«I suoi latrati disperati furono uditi da tutto il quartiere, ma quando qualcuno decise di denunciarlo alla polizia locale era troppo tardi: un cane morì così, tra le atroci sofferenze causate da una morte per fame. Non c’era alcuna possibilità di fuga, era addirittura legato con una catena a un termosifone”.
Sono le parole della Lav, associazione ambientalista italiana impegnata nella tutela della vita e dei diritti degli animali, sul brutto incidente di pochi giorni fa: il corpo di un cane è stato ritrovato in un appartamento della città di Bergamo, tra escrementi, cibo scaduto e spazzatura. L’associazione, nel suo comunicato, fa leva sulla discussione per la legge contro i maltrattamenti che sarebbe “bloccata da settimane in commissione Giustizia della Camera”.
“Quanta violenza dovremo ancora assistere prima che diventi una priorità per parlamento e governo?” scrive l’associazione, aggiungendo: «La Lav si è immediatamente attivata per effettuare gli accertamenti necessari per avviare l’iter legale per perseguire penalmente la persona, già identificata, che ha commesso un atto di estrema crudeltà». Occupante dell’appartamento IL, un 27enne con precedenti di abbandono di minore e ora denunciato per maltrattamenti, con l’aggravante della morte dell’animale.
«Faremo tutto il possibile affinché questa persona venga condannata e riceva il massimo della pena – evidenzia Lav -, ben consapevoli però che le sanzioni attualmente previste dalla normativa vigente sono inadeguate come deterrente e non proporzionate alla gravità del reato . La prevenzione e la repressione di questi episodi, però, non è una priorità per la Commissione Giustizia della Camera, che da settimane non programma la discussione sulla legge contro i maltrattamenti, ignorando la volontà dell’opinione pubblica. Ci chiediamo quante atrocità dovranno ancora verificarsi prima che si dia il giusto peso a quella che è diventata a tutti gli effetti un’emergenza?”.
