“In Italia club con debiti astronomici. In Spagna le seconde squadre…” – .

“In Italia club con debiti astronomici. In Spagna le seconde squadre…” – .
“In Italia club con debiti astronomici. In Spagna le seconde squadre…” – .

Buongiorno Tebas, cosa sta succedendo nel calcio europeo? In Italia la Serie A litiga con il Governo e lo stesso accade in Inghilterra con la Premier League, in Spagna la Federcalcio è in amministrazione controllata…

“Credo sia un caso e che solo Inghilterra e Italia si trovino in situazioni simili, con i governi che intervengono mettendo in discussione la sostenibilità economica dei campionati, in Inghilterra si è arrivati ​​all’estremo con la creazione di un’agenzia di controllo, un po’ come quella che è accadendo in Italia. In Spagna c’era un problema di corruzione nella Federazione che noi della Lega avevamo più volte denunciato e che ora vede l’amministrazione di un commissario. Da qualche anno stiamo andando verso la sostenibilità, un regolamento FairPlay finanziario che funziona bene e ha risanato i conti del club”.

Pensi che l’intervento politico in Inghilterra e in Italia sia pericoloso per l’autonomia dello sport e del calcio?

“Credo, in entrambi i casi, che se non c’è un’autoregolamentazione da parte dei club, beh… deve intervenire lo Stato. Ci deve essere un’autoregolamentazione in tornei come la Serie A e la Premier League che non sono sostenibili, come ho spesso denunciato. È inevitabile che lo Stato pensi a qualcosa per salvaguardare un’industria nazionale, in Italia il Governo dice spesso che vuole tutelare le industrie nazionali e il calcio lo è, perché con l’indotto dà lavoro a centinaia di persone. migliaia di persone e può valere fino all’1% del PIL nazionale. In Italia ci sono aziende con debiti astronomici, non è ammissibile per un settore così importante”.

Il problema è di gestione aziendale? Di cattiva gestione?

«È un tema che studiamo da anni e lo dico chiaramente: no, non è colpa dei dirigenti. È un problema di come funziona il sistema, di come è strutturato. I proprietari investono soldi nell’acquisto di giocatori e pagano i loro stipendi con l’obiettivo di vincere competizioni o, magari, essere promossi alla categoria superiore o non essere retrocessi. Ma solo uno vince, solo quattro vanno in Champions o solo tre vengono promossi e, comunque, sono tre i retrocessi. Quindi se cinque o sei avevano investito per vincere, ce ne sono quattro o cinque che non lo hanno fatto, ma hanno creato inflazione dei costi. Quando trent’anni fa arrivarono i soldi dei diritti tv i ricavi aumentarono, ma lo studio di quel periodo ci diceva che i costi sono aumentati in proporzioni maggiori! Ed è un meccanismo che si moltiplica con il passare delle stagioni, al punto da rendere il calcio insostenibile. La soluzione è una regolamentazione FairPlay finanziaria che funzioni e sia applicata rigorosamente. Perché se c’è un club che cerca di essere rigoroso rischia di essere surclassato da uno che non lo è, che è indebitato e può prendere i migliori giocatori, facendo aumentare l’inflazione”.

 
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