Fuga dei primari, «perché lo abbiamo messo al lavoro». Bufera sul direttore generale Francesco Benazzi, arriva la denuncia dell’Ordine. “Non volevo offendere”

Fuga dei primari, «perché lo abbiamo messo al lavoro». Bufera sul direttore generale Francesco Benazzi, arriva la denuncia dell’Ordine. “Non volevo offendere”
Fuga dei primari, «perché lo abbiamo messo al lavoro». Bufera sul direttore generale Francesco Benazzi, arriva la denuncia dell’Ordine. “Non volevo offendere”

TREVISO – È uno scontro aperto tra Gianluca Piccoli, 49 anni, ex primario di radiologia di Conegliano (dimessosi a fine febbraio), e Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca. Il primo ha presentato reclamo contro il secondo all’Ordine dei medici di Treviso. E quest’ultima, guidata dal presidente Luigino Guarini, lo ha fatto procedimento disciplinare aperto nei confronti di Benazzi. Un’azione necessaria, per ora. Il direttore generale ha già presentato la propria difesa. Qual è il rischio? Si va dall’archiviazione al richiamo o sospensione. Tutto è iniziato da frasi pronunciate lo scorso novembre da Benazzidavanti al consiglio comunale di Vittorio Veneto, sui primari che avrebbero preferito lasciare il pubblico per guadagnare di più nel privato.

LE FRASI SOTTO ACCUSA

La fuga delle primarie? È lì perché li mettiamo al lavoro – aveva cantato – chi non ha coraggio e non ha etica se ne va. D’altronde, che alternativa avevamo? O li costringevamo oppure ci ritrovavamo con liste d’attesa”. Ma poi ha fatto anche un riferimento più preciso. «Un primario di Conegliano è scappato solo perché gli abbiamo detto che la radiologia non funzionava e che non poteva proseguire. O si metteva in fila o altrimenti lo mettevamo in fila noi – ha aggiunto – ha preferito andarsene. Certo, è più conveniente andare privatamente per prendere 6mila, 7mila euro e non avere il problema di garantire le guardie, il presidio di Vittorio Veneto, le liste d’attesa. Questa è la verità”. Benazzi, va precisato, non aveva fatto nomi. Ma evidentemente Piccoli si è sentito ingiustamente chiamato in causa. Aveva già subito fatto sapere di aver messo la questione nelle mani del suo avvocato. Lo scorso marzo, nel frattempo, ha assunto l’incarico di responsabile della diagnostica per immagini dell’intero gruppo Policlinico Città di Udine, struttura ospedaliera privata.

SCUSE

Ma nello stesso tempo ha fatto il suo corso la denuncia all’Ordine dei medici di Treviso. «Eravamo in un momento particolarmente difficile, sotto pressionecon le liste d’attesa e i pazienti che aspettavano – spiega oggi Benazzi – e probabilmente Ho anche esagerato nello spingere i nostri collaboratori a prendere chi aspettava». Dopo il caso, dura presa di posizione anche nel consiglio comunale di Vittorio Veneto da parte dei rappresentanti dei sindacati Aaroi, Anaao Assomed, Aupi Fassid, CGIL Medici, Fassid e GRD. Già il giorno dopo, infatti, il direttore generale aveva corretto l’obiettivo, anche attraverso un messaggio inviato a tutte le Aziende sanitarie locali. «Ho usato parole forti, forse andando oltre. Ma l’intento è sempre quello di salvaguardare la salute pubblica e i cittadini che ne hanno bisogno – ha detto – riceviamo lettere di persone anche con molteplici patologie che magari hanno uno stipendio di 800 euro al mese e che necessitano di una risposta in merito a scansioni TC e risonanza magnetica. Per questo credo che i medici che restano nel settore pubblico, per fare il servizio notturno e ridurre le liste d’attesa, siano doppiamente eroi”. È questo il quadro da cui partiranno ora le valutazioni del procedimento disciplinare. «Mi dispiace – conclude Benazzi – sono medico anch’io. E non era assolutamente mia intenzione offendere i colleghi. Sarebbe stato come offendere me stesso”.

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Il Gazzettino

 
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