Sparano alla prostituta sul ciglio della strada, è molto seria – .

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Resta in carcere Giampiero Gualandi. Nell’udienza di convalida, l’ex comandante della Polizia locale di Anzola, 62 anni, ha continuato a sostenere che si è trattato di un tragico incidente, di non voler sparare a Sofia Stefani, l’ex collega di 30 anni più giovane di lui con cui aveva aveva avuto una relazione. Ma il gip Domenico Truppa ha riscontrato gravi indizi di colpevolezza a suo carico, evidentemente non ritenendo credibile, almeno per il momento, la sua versione dei fatti e propendendo per l’omicidio volontario. “Nell’atto d’accusa si contesta che la povera Sofia, verso la quale tutti dobbiamo avere rispetto, non ha accettato la fine della relazione ed era molto arrabbiata per questa cosa. Ha mandato messaggi ripetuti», ha detto ai giornalisti in tribunale l’avvocato Claudio Benenati, difensore dell’indagato. Il legale ha spiegato che giovedì pomeriggio la giovane è improvvisamente caduta al comando di Anzola, dove lavora Gualandi. “Non sapeva che sarebbe venuta.” A quel punto “tutto è durato tre minuti”, da quando il 33enne è entrato in ufficio alla chiamata di emergenza. La ricostruzione della difesa è che ci sarebbe stato un piccolo tafferuglio tra i due e che la pistola d’ordinanza di Gualandi, l’arma che aveva in ufficio a pulire per poter svolgere le esercitazioni al poligono come previsto, è stata sparata per errore. . E perché la pistola era carica se doveva pulirla? «È uno dei problemi di questa vicenda», ha ammesso l’avvocato. La responsabilità colposa del paziente, ha aggiunto, non è in discussione. Ciò che è in questione è l’intenzionalità. «Facciamo tutti gli accertamenti tecnici, la perizia balistica, ma non diamo per scontato che qui si tratti di un omicidio volontario», ha ripetuto. E quando ha ricevuto la notifica della detenzione in carcere di Gualandi, ha annunciato ricorso al Tribunale della Libertà. “Siamo di fronte – dice l’avvocato Andrea Speranzoni, a nome dei genitori della vittima – ad un grave caso di omicidio che ha tolto ai suoi cari e all’intera comunità una giovane vita che guardava al mondo con fiducia e speranza e che ha incontrato la morte in un luogo che per sua natura dovrebbe essere sicuro. Ora i familiari sono devastati ma anche consapevoli della necessità di andare fino in fondo per raggiungere la verità e la giustizia”. Avendo appreso l’esito dell’udienza di convalida, «esprimo piena fiducia nell’operato degli inquirenti e ritengo che l’odierno accoglimento dell’istanza cautelare confermi e rafforzi l’ipotesi accusatoria di omicidio volontario aggravato formulata dalla Procura di Bologna». Le indagini preliminari ora proseguiranno “ei genitori della vittima desiderano far sapere attraverso me che proseguiranno con determinazione il cammino della giustizia che Sofia merita”, conclude l’avvocato.

 
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