Il bollito Ranieri ha salvato il Cagliari, il ritirato Ancelotti nella finale di Champions League – .

Belle storie di calcio normale, Villa Arzilla che ridicolizza le delusioni filosofiche dei nuovi maestri di tattica

Mp Reggio Emilia 19/05/2024 – Campionato di calcio Serie A / Sassuolo-Cagliari / foto Matteo Papini/Immagine Sport nella foto: Claudio Ranieri

Il bollito Ranieri ha salvato il Cagliari, il ritirato Ancelotti nella finale di Champions League. Lo ha scritto Tony Damascelli per Il Giornale.

Abbiamo un pensionato italiano in finale di Champions League con il Real Madrid. Abbiamo un bollito italiano che ha salvato Cagliari. Belle storie di calcio normale, Carlo e Claudio, Ancelotti e Ranieri, il Villa Arzilla che ridicolizza le sconforti filosofiche dei nuovi maestri di tattica. Accade in un mondo schizofrenico in cui mancano allenatori illustri e multimilionari di grandi squadre ma alla fine restituisce la cronaca ordinaria di questo sport che resiste a mille tentativi di contaminazione.

Ranieri, oggi e domani: campagna per il ritorno del “allenatore” al Napoli
di Mario Piccirillo

Mettiamola così: risparmia e guadagna. Di questi tempi, con una trama instagrammabile, fare bella figura (sì, per via di quella cosa della dittatura “narrativa”) spendendo poco è un lusso. Il Napoli ha l’ennesima occasione per rimescolare le cose, per pensare e poi agire fuori dagli schemi: può riportare Claudio Ranieri sulla panchina del Napoli. Questa volta andiamo oltre i testimonial che gli abbiamo dedicato in tempi meno urgenti. Lanciamo una campagna davvero bella. Titolo: Ho corso ieri, oggi e domani. De Sica ha vinto l’Oscar per questo, De Laurentiis lo sa.

Il primo Napoli post-maradoniano affidato a Ranieri, lo ammettiamo, è il nostro Madeleine. Un’idea comoda, quasi coccolosa, di come dovrebbe funzionare un allenatore a dispetto dei decenni che passano, delle mode tattiche, dell’isteria di presidenti e proprietari, di campioni e controfigure, di titoli e salvezze. Ranieri ha affrontato quella stagione dei napoletani che non si rassegnavano alla fine dell’età dell’oro (vi ricorda niente?) con la sua compostezza mai distaccata, elegante e terribilmente performante. La definizione di “Mr. Allenatore”. Lo stesso sport che pratica Carlo Ancelotti.

Sor Claudio, una carriera infinita in giro per il mondo

Adesso che ne ha conquistata un’altra – la salvezza del Cagliari, portato in Serie B a gennaio dello scorso anno – gli torna in mente tutta la sua infinita carriera. È la trappola che a volte avvilisce chi fa una carriera come questa. Un giro del mondo che lo ha portato dalla Spagna all’Inghilterra, dalla Francia alla Grecia, alla sua Roma, alla Juve, all’Inter e appunto al Napoli. Ha guidato l’Atletico Madrid, il Valencia (con cui ha vinto una Supercoppa Europea), il Chelsea per quattro anni, ma anche il Monaco, che in due anni ha portato dalla Serie B francese al secondo posto in Ligue1. E ovviamente il Leicester che è un marchio registrato nella storia del calcio. Ha allenato Batistuta e Totti, James e Martial, Lampard e John Terry, Zubizarreta e Zola, Del Piero e Vardy. E Pavoletti, ovviamente.

Ranieri ha il passato nel cognome, ma un presente provinciale. E un domani in costante aggiornamento. Perché ha sempre coniugato il gioco senza aggettivi possessivi. Il mio, il tuo, accidenti? Lo hai ribadito in un’intervista non molto tempo fa:

«Cambio come cambia il calcio. Mi adatto, mi aggiorno con le ultime tendenze. La mia forza è proprio il cambiamento. Mi sento un allenatore moderno ed europeo e in più ho un’esperienza che la dice lunga. Il mio calcio è vincere. Si tratta di difendere bene e attaccare meglio. Significa conoscere bene la tua squadra, conoscere i limiti e non mandarla allo sbando. Il calcio è semplice, sono gli allenatori a renderlo difficile”.

Il Napoli ha ancora tempo: ha corso ieri, oggi e domani.

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