Buon compleanno Piotr, per i tuoi trent’anni e per quello che hai fatto. Abbiamo miseramente puntato il dito contro di te; ti hanno sommariamente etichettato come oscillante
Piotr Zielinski, centrocampista polacco del Napoli, reagisce durante la partita di calcio della Serie A italiana Frosinone-Napoli allo stadio Benito Stirpe di Frosinone, il 19 agosto 2023. (Foto di Filippo MONTEFORTE / AFP)
Il filo di affetto e di gratitudine che unisce Zielinski al Napoli
Auguri Piotr, lanterna di Goethe di questa Napoli che presto si sposterà verso altri lidi. È vero, è stata una stagione disastrosa, oscura, atroce per ogni tifoso azzurro ma sarebbe un delitto non tracciare un filo emotivo e di gratitudine che unisca Zielinski a questa maglia, a questa città, a questa terra.
Era il 2016, sono passati solo otto anni e sembra passato un secolo. Il 2 dicembre dello stesso anno segnò il suo primo gol, contro l’Inter. Il ragazzo si farà, e si è fatto, si è abbellito, si è annebbiato, ha reagito, si è lasciato cadere con la schiena a terra, con le braccia spalancate, tremante insieme alla porta di Raspadori. ognuno di noi.
La lanterna magica di Zielinski Goethe
Piotr, la lanterna magica di Goethe capace di accendersi e spegnersi a seconda del bisogno, la luce intermittente del talento puro e opportunamente nascosto prima di esplodere in un gesto da ricordare. E queste parole disincantanti sono anche di Goethe: «Dove viene meno l’interesse, viene meno anche la memoria» e no, la memoria deve essere grata verso un calciatore che ha vestito per tanti anni la maglia del Napoli, ha portato loro un tricolore, ha pianto con Allan a Firenze, ha resistette ai vari colpi di scena, rimanendo fino all’ultima goccia del suo contratto che, colpevolmente o meno, si lasciò scadere senza pensarci due volte.
Buon compleanno Piotr, trent’anni sulle tue spalle con la speranza che la tua luce in campo possa brillare ancora a lungo, meriti rispetto e considerazione anche se durante il tuo percorso a Napoli ti hanno miseramente puntato il dito addosso; ti hanno etichettato sommariamente come swinging senza capire che quel termine racchiudeva la sintesi del tuo essere swing, capace di oscillare tra ispirazione e ragione; tra lezione e sudore.
Mai ho desiderato così fortemente una maglia da calciatore come la tua da poter incorniciare e appendere al muro, il simbolo del Napoli che in otto anni ha ribaltato l’Italia prima di ribaltare se stessa.
Tanti auguri Piotr.