Mercoledì con i grilli in testa – “Cicciaräda in sal dialëtt piasintein – 3” – .

Mercoledì con i grilli in testa – “Cicciaräda in sal dialëtt piasintein – 3” – .
Mercoledì con i grilli in testa – “Cicciaräda in sal dialëtt piasintein – 3” – .

A “I mercoledì coi grilli in testa”, la rassegna letteraria di Fabbrica&Nuvole, il 22 maggio in via Roma al 163 Ettore Cravedi presenta “Cicciaräda in sal dialëtt piasintein – 3”. Continuano le serate proposte da Ettore Cravedi, ex insegnante e giornalista freelance ora in pensione, dedicate alla “piacentinità” ovvero a tutto ciò che caratterizza il nostro territorio rivisitato attraverso racconti, poesie, detti, canzoni e un po’ di storia, il tutto per conoscere, approfondire e comprendere la nostra lingua in particolare. Il ciclo giunge al terzo appuntamento dei quattro inizialmente previsti (da marzo a giugno) e rientra nella rassegna letteraria settimanale “I mercoledì con i grilli in testa”, ciclo di incontri organizzati in via Roma al 163 dall’associazione Fabbrica&Nuvole . In questa occasione, insieme ad Ettore, oltre al cantautore e poeta dialettale Mario Schiavi, ci sarà anche Mauro Sangermani, già presidente dell’Accademia della Cucina Piacentina e per molti anni preside del Campus Agroalimentare Ranieri-Marcora.

Focus della serata quindi la cucina piacentina, una gastronomia forte di piatti conosciuti e apprezzati anche fuori zona e non solo negli ultimi tempi. Anticamente si usava l’espressione “roba de Piasensa” per descrivere la prelibatezza di alcuni piatti, soprattutto formaggi e salumi. Nel XVIII secolo il cardinale piacentino Giulio Alberoni, primo ministro di Spagna al servizio di Filippo V, riforniva la corte di prodotti del territorio piacentino, particolarmente apprezzati dalla regina Elisabetta Farnese. Pur essendo una cucina fortemente legata alla terra come molte della Pianura Padana, è comunque molto ricca e varia, unendo una gastronomia di campagna con un’altra che caratterizzava le famiglie nobili piacentine senza dimenticare che esistono anche diverse varianti locali della stesso piatto. Una caratteristica peculiare è quella dell’utilizzo di carne equina (cavallo e asino), Piacenza essendo sempre stata, fin dall’epoca romana, un avamposto militare per cui questi animali erano facilmente reperibili. Una curiosità: l’influenza dei Longobardi che, in seguito alla terribile peste del 565 d.C., invasero il territorio nel 570 diffusero, tra l’altro, anche l’abitudine di mangiare seduti anziché sdraiati a terra. Va però ribadito che la nostra tradizione culinaria è il risultato di diverse contaminazioni regionali: quella emiliana dei salumi e della pasta; quello lombardo del riso (che è anche piemontese), della büśécca o trippa, del pesce del Po e della lüganga” (la salsiccia lombardo-veneta); e ancora quello ligure che fa grande uso di verdure. Non possiamo poi dimenticare la tradizione della polenta (comune a tutto il nord Italia) e della pasta ripiena. Da segnalare infine che come in tutto il nord, anche nella cucina piacentina il burro e lo strutto sono molto utilizzati per friggere i cibi.

L’appuntamento è quindi per mercoledì 22 a partire dalle 18 con gli interventi introduttivi del presidente dell’associazione Bernardo Carli e dello scrittore e poeta Claudio Arzani per una breve informativa sui successivi appuntamenti settimanali con narratori e poeti piacentini. Infine, a fine serata, il consueto buffet d’addio.

 
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