CIVITAVECCHIA – Al San Paolo non è ancora possibile partorire né con l’analgesia, né con l’epidurale.
L’epidurale è una tecnica che permette di affrontare con più serenità il travaglio, che può durare diverse ore, lasciando un ruolo attivo alla donna, che, gestendo il dolore in modo positivo, può vivere più serenamente l’esperienza del parto.
Come mi ha dettagliatamente riferito la candidata Valentina Di Gennaro, della Lista Alleanza Verdi Sinistra, che mi sostiene, da qualche anno a Civitavecchia è già possibile partorire con l’ausilio del protossido di azoto, ma l’analgesia epidurale resta la scelta di scelta per molte donne in quanto rappresenta la tecnica farmacologica ottimale per ridurre l’intensità del dolore delle contrazioni.
Un’opzione importante, quindi, che manca al San Paolo e che è tra i motivi per cui l’ospedale cittadino non è l’ospedale di riferimento per tante donne che spesso decidono invece di partorire a Roma dove l’analgesia del parto è ormai una pratica consolidata. Una situazione che ha portato il nostro ospedale a partorire circa 300 nuovi nati all’anno, una cifra ben lontana dalla soglia minima per mantenere aperto ogni centro nascita, fissata dalla Regione in 500 nascite.
Ormai da anni il San Paolo mantiene aperto il centro nascita in deroga alla determinazione regionale.
Tuttavia, l’epidurale è stata inclusa nei livelli essenziali di cura già da anni.
Occorre quindi garantire questo diritto, consentendo alle donne di scegliere dove partorire e assicurando che le donne che decidono di partorire a Civitavecchia abbiano le stesse opportunità di chi partorisce altrove”.
Marco Piendibene candidato sindaco di Civitavecchia
