Trentadue anni fa la strage di Capaci. Il messaggio del Sindaco – .

Trentadue anni fa la strage di Capaci. Il messaggio del Sindaco – .
Trentadue anni fa la strage di Capaci. Il messaggio del Sindaco – .
Sono passati esattamente 32 anni dalla strage di Capaci: il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, ha voluto dedicare alcune riflessioni su quel 23 maggio 1992 che cambiò la storia d’Italia.

“Ci vediamo questa sera”. Furono queste le parole con cui Rocco Dicillo salutò la fidanzata il 23 maggio 1992. Non si sarebbero più rivisti. Rocco, un poliziotto della scorta del giudice Giovanni Falcone, morì poche ore dopo nella strage di Capaci. Aveva 30 anni e a luglio si sarebbe sposato. Anche lui, come Vito Schifani e Antonio Montinaro, aveva deciso da che parte stare per proteggere chi aveva dichiarato guerra alle mafie. Tutti hanno dato la vita per un ideale”.

“Sono passati 32 anni da allora ma quella ferita continua a sanguinare perché, anche oggi, ci sono delle ombre e continuare a ricordare quel giorno ci permette di dare voce agli eroi dei nostri tempi, a quelle persone “normali” che hanno pagato un prezzo altissimo , la loro sete di giustizia. Sono morti per permettere a tutti gli altri di vivere in un mondo dove non deve valere la legge del più forte, dove il rispetto delle regole deve essere quotidianità, dove l’unica guida da seguire è la legalità. e non ci sono conti diversi, perché lo Stato è uno”.

“Quella di oggi non deve essere una semplice commemorazione. Deve diventare un’occasione per trovare nuove forze per contrastare con determinazione ogni forma di illegalità e violenza. Non dobbiamo compiere il sacrificio di chi, pur consapevole dei rischi che correva, ha continuato invano la sua missione a testa alta. La giustizia si forma e si realizza con la cultura della legalità a partire da ciascuno di noi. Mi rivolgo soprattutto ai giovani che non devono mai piegarsi all’ingiustizia, al sopruso, non devono mai scendere a patti, non devono mai voltarsi. testa dall’altra parte.”

«Ricordiamo il sacrificio degli uomini della scorta, di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo, come indicazione del valore della cultura della legalità che tutti dobbiamo perseguire».

 
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