la festa e l’addio davanti ai seimila di Cagliari – .

Quasi quarant’anni fa, trentotto per la precisione, Claudio Ranieri ha appeso le scarpe al chiodo, dopo l’ultima esperienza al Palermo, e si è immerso nella sua nuova vita, proprio in questi tempi, iniziando la carriera da allenatore. Da Lamezia Terme, in Calabria, a Cagliari, in Sardegna. Inizio e fine nel nome del Sud, in un viaggio che lo ha portato ovunque, dal Sud al Nord, ma anche più volte oltre i confini nazionali: Spagna (Valencia e Atletico Madrid), Francia (Monaco e Nantes), Grecia (Nazionale ) fino all’Inghilterra, prima il Chelsea e poi l’impresa più grande, indimenticabile, con la Premier League vinta alla guida del Leicester City. Quella favola resterà incisa nella storia del calcio mondiale e, con essa, anche il nome di Ranieri. Che stasera, 38 anni dopo quell’esordio con il Vigor Lamezia, concluderà la sua carriera da allenatore all’età di 72 anni.

La notte scorsa
AUnipolDomusStasera le sensazioni dei seimila spettatori attesi per la sfida contro la Fiorentina saranno contrastanti. Il Cagliari si vestirà a festa per la salvezza conquistata nella penultima giornata di campionato grazie al successo sul campo del Sassuolo. Ma la gioia per essere arrivati ​​al traguardo lascerà, a un certo punto, il posto alla tristezza per l’addio a Ranieri. “Finché sentirà il fuoco dentro di sé resterà alla guida della nostra squadra”, ha detto dal ventre della Nazionale il presidente Tommaso Giulini. Stadio Mapei. Quel fuoco si è spento. La volontà del club sardo era quella di andare avanti con lui, ma Ranieri ha deciso che questo è il momento giusto per partire.

Sfida dell’ex
Da Lamezia all’Europa intera, compreso il vertice del calcio italiano, dicevamo. E il momento più alto della sua carriera in Italia è arrivato quando era alla guida della Fiorentina, avversaria della sua ultima notte da allenatore. A Firenze vinse una Coppa Italia e una Supercoppa nel lontano 1996, gli unici due titoli nazionali della carriera di Ranieri. Guarda caso, la squadra viola era lì per salutare il Cagliari, l’Italia e il calcio. Stasera, contro i toscani, festeggerà le 1.400 panchine e metterà fine alla sua vita da allenatore. La standing ovation all’Unipol Domus sarà quella di tutta Italia, per uno dei personaggi più amati della storia del nostro calcio.

 
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