Da 9 mesi senza pediatra, la lotta solitaria per le mamme e i papà dell’Alto Molise – .

Da 9 mesi senza pediatra, la lotta solitaria per le mamme e i papà dell’Alto Molise – .
Da 9 mesi senza pediatra, la lotta solitaria per le mamme e i papà dell’Alto Molise – .

L’istituzione di ambulatori pediatrici nei giorni festivi e prefestivi negli ospedali di Agnone, Termoli, Isernia e Campobasso è un passo importante, ma non risolve definitivamente il problema dell’alto Molise dove, da oltre nove mesi, non vi è assistenza sanitaria gratuita. pediatra di fiducia che svolgeva il servizio dal lunedì al venerdì. L’annuncio fatto dalla struttura commissariale resta infatti un palliativo per i genitori della circa 500 bambini del territorio, che ancora oggi sono costretti a rivolgersi a professionisti di Campobasso e Isernia per consulenze pediatriche.

Fondamentalmente ha indossato a pezzo ma non si è sanata una situazione che meriterebbe maggiore considerazione, soprattutto considerando che si tratta di neonati. Lo chiedono con forza le tante mamme e papà dei dodici Comuni al confine con l’Abruzzo che continuano da soli la battaglia. Genitori che, per evitare spostamenti in altri centri, hanno spesso adottato consulti a distanza tramite videochiamate o telefonate con pediatri di fiducia. Un espediente che, però, non funziona per i casi urgenti che richiedono la presenza fisica di uno specialista.

“Accogliamo con favore l’ultima notizia dell’istituzione delle guardie pediatriche nei giorni festivi e prefestivi – racconta un padre – ma allo stesso tempo non possiamo continuare a vivere nel terrore quando uno dei nostri figli ha bisogno di essere visitato nell’arco della giornata. settimana. Ancora una volta lanciamo un appello ai leader dell’Asrem e alla classe politica regionale affinché lavorino per risolvere una volta per tutte quella che è diventata una vera e propria emergenza che non ci fa stare tranquilli. È chiaro che vivere in una zona periferica come l’alto Molise, dove gli spostamenti restano difficoltosi a causa dell’orografia e delle strade molto precarie – aggiunge il genitore – non è la stessa cosa di chi vive in zone più centrali e con più servizi a disposizione. La presenza di un pediatra di base non è un privilegio, bensì un diritto sacrosanto. Comprendere questo concetto – conclude il padre – è fondamentale e allo stesso tempo deve andare oltre la logica dei freddi numeri che ci penalizza”.

Negli ultimi mesi il tema ha visto scendere in campo anche la Chiesa con il direttore della Caritas diocesana di Trivento, p. Alberto Conti che in un’intervista al quotidiano ‘Avvenire’ ha parlato di un vero e proprio “dramma che non fa altro che favorire il devastante fenomeno dello spopolamento”.

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