“Ha detto che lei lo ha provocato”. Chiesto il processo per Orazio Ragusa – .

Stuprata a 14 anni dal suo allenatore di nuoto, la persona di cui si fidava di più e che vedeva ogni giorno: questo il dramma di Federica, venuto alla luce a Roma in occasione dei campionati italiani di nuoto dell’agosto 2021. Federica è un nome di fantasia tutelare la privacy della 14enne: è una ragazza di una città di provincia del Nord che si trovava nella capitale con la famiglia e un’amica per partecipare ai campionati nazionali. Il dramma dello stupro è emerso dopo una gara vinta dalla ragazza, giovane e promettente nuotatrice: ora si sono concluse le indagini preliminari e il suo allenatore, Orazio Ragusa, 28 anni, è stato chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di violenza sessuale . Per raccontare tutto il dolore e il dramma di quei giorni in un’intervista Messaggero lei è la madre di Federica.

“Mi sono fidato di lui, ha messo le mani ovunque”. Le accuse della baby nuotatrice al suo allenatore

a cura della Redazione di Roma

26 aprile 2023

La donna racconta che quel giorno di agosto 2021 andarono a prendere la figlia che aveva appena vinto la gara di Campionato nella hall dell’hotel. I genitori di Federica erano convinti di trovare anche l’allenatore, Orazio, pronto a festeggiare. Invece lui non c’era: il primo segnale sospetto, ma la ragazza ha detto che si trovava nella stanza sull’albero per lavoro e ha negato che fosse successo qualcosa. Ma sembrava vuota e non era contenta della vittoria. I giorni successivi la famiglia è tornata a casa e tutti hanno ripreso la normale vita quotidiana: ma la ragazza non andava più alle lezioni di nuoto e qualche volta non andava nemmeno a scuola. Aveva spesso un atteggiamento strano, vuoto, apatico o arrabbiato.

“Anche quando eravamo a tavola e ci è capitato di parlare dell’allenatore, ho visto il fastidio sul suo volto. Non era più come prima. Sembrava infastidita da tutto ciò che era “la regola”. Allora ho pensato di portarla all’Asl dove un’associazione le ha fornito supporto psicologico perché mi sono detta: dove non arrivo io arriverà qualcun altro». È stata la psicologa a raccogliere la confessione della figlia: sono iniziate le indagini e ora è stata avanzata la richiesta di rinvio del processo. Un percorso che non è stato facile: la ragazza è stata etichettata e allontanata anche da alcune sue amiche. Lui, l’allenatore Orazio, ha sostenuto con la madre della ragazza che lei lo stava provocando. “Cosa avrei dovuto fare? Era sempre lì e mi provocava”, avrebbe detto l’uomo alla donna che lo aveva affrontato apertamente. Ora per lui la Procura ha chiesto il processo.

“La cosa che ha ferito di più mia figlia, e anche noi – ha detto la madre nell’intervista – è stato anche l’atteggiamento della sua amica che, durante l’udienza in questura, ha parlato di mia figlia come se fosse una conoscente. Tutti ti voltano le spalle: se non sei la ragazza “saponetta” te la sei andata a cercare perché, diciamocelo, gli atteggiamenti sono questi”.

 
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