Un altro riconoscimento per Me.dea. È stato premiato l’operatore Linda Scali – .

ALESSANDRIA – Il Centro Antiviolenza Me.dea vanta un nuovo importante riconoscimento. Dopo quello consegnato dal Presidente della Repubblica alla Presidente Sarah Sclauzero, un’operatrice dell’associazione alessandrina ha ottenuto un altro attestato di qualità del suo lavoro. Linda Scali30 anni, intervistatrice all’interno del Centro Antiviolenza, neolaureata presso la Facoltà di Antropologia Culturale ed Etnologia dell’Università di Torino, ha incentrato la sua tesi magistrale sul tema della orfani “speciali”.o coloro che lo diventano a seguito di un femminicidio commesso dal padre biologico. Il lavoro di Linda Scali, dal titolo “Quando la comunità dimentica e la famiglia è lasciata sola. Etnografia degli orfani speciali”, è stato il vincitore, insieme ad altri tre partecipanti. La cerimonia di premiazione si è svolta il 9 marzo a Firenze.

Questo importante studio è il risultato del lavoro di Dottoressa Anna Costanza Baldryla prima ricercatrice italiana che ha dedicato la sua vita agli orfani speciali, con l’obiettivo di comprendere le conseguenze e l’impatto a livello psicologico e sociale per questi minori al fine di fornire un supporto concreto e funzionale nell’elaborazione della morte della madre. La sua opera ha portato alla emanazione della legge n. 4/2018 per gli orfani di femminicidio. La dottoressa Baldry è morta prematuramente nel 2019 e, grazie al suo impegno e alla sua dedizione nella lotta alla violenza di genere, Borsa premio “Baldry”.per l’assegnazione di borse di studio per lavori relativi agli abusi sui minori e in particolare per studi relativi agli orfani.

Il suo lavoro di ricerca ha avuto l’obiettivo di esplorare il rapporto tra gli orfani e la comunità di appartenenza (intesa sia come società civile che istituzionale).
Quali strumenti sono stati messi in atto per supportare gli orfani e gli operatori sanitari nel processo di guarigione?
Vivono in una condizione di stigmatizzazione o vengono reintegrati nella società?
Nel tentativo di rispondere a queste domande, ha effettuato una prima parte della ricerca sul campo, cioè attraverso un soggiorno in una zona segnata da due diversi femminicidi, avvenuti a dieci anni di distanza l’uno dall’altro e dove sono ancora presenti i quattro orfani e i loro figli. . operatori sanitari: San Felice a Cancello, Caserta

Durante la presenza sul campo è stato fondamentale il confronto attraverso interviste con i professionisti del Progetto Respiro, nato a seguito del bando “A Braccia Aperte” dell’Impresa Sociale con i Bambini, che ha tra i suoi numerosi obiettivi la mappatura e il censimento degli orfani, l’erogazione di fondi per l’aiuto scolastico, il sostegno psicologico e ha come scopo finale lo sviluppo di linee guida nazionali per l’intervento immediato a seguito di un femminicidio in cui sono presenti minorenni. Ad oggi, infatti, non esiste una pratica metodologica comune tra gli operatori che si trovano a dover affrontare queste situazioni.

Attraverso l’analisi delle narrazioni locali relative ai femminicidi è stato possibile far emergere il difficoltà nel rielaborare un trauma di tale intensità in un contesto in cui non viene riconosciuta la matrice socio-culturale, trasferendo questo problema al settore domestico privato. Le riflessioni e gli interrogativi sorti in seguito alla permanenza sul campo sono stati successivamente rivolti all’intero territorio nazionale.

Sono onorato di questo riconoscimento che arriva al termine di un lavoro di ricerca che mi ha permesso di indagare un aspetto socialmente ancora poco esplorato – dichiara Linda Scali. È stato estremamente stimolante aver avuto l’opportunità di discutere e riflettere su quanto sia fondamentale il ruolo della comunità nel riuscire a sostenere e far uscire dal silenzio e dall’invisibilità l’esistenza di queste soggettività, a cui è sempre stato negato uno spazio di ascolto e di ascolto. supporto, così come i loro caregiver”.

La professionalità che alimenta ogni giorno il lavoro di me.dea è stata ancora una volta riconosciuta e valorizzata, ne siamo felici – afferma Carlotta Sartorio, Vice Presidente di me.dea e referente del Centro Studi. In questo progetto di ricerca sono state messe in pratica una serie di conoscenze e pratiche tali da vedere in concreto la ricchezza del fare rete, insieme ad un approccio multidisciplinare, un modus operandi che da sempre promuoviamo nella nostra pratica di accompagnamento delle donne e una attività di analisi e studio sul problema della violenza di genere che costituisce uno dei punti di forza del nostro Centro Antiviolenza. Ci congratuliamo tutti con la collega Linda e, orgogliosi di averla al nostro fianco, le auguriamo di raggiungere ulteriori traguardi professionali”.

 
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