”Impossibile, servono per investimenti. La legge dovrebbe essere cambiata”. – .

”Impossibile, servono per investimenti. La legge dovrebbe essere cambiata”. – .
”Impossibile, servono per investimenti. La legge dovrebbe essere cambiata”. – .

TRENTO. I costi di gestione di Pista Eugenio Montistimato a 1,5 milioni all’anno, dopo i Giochi Olimpici? Sono sostenuti anche attraverso i fondi dei comuni limitrofi. Questa possibilità, già ipotizzata in passato e rimasta piuttosto nell’ombra, ora è stata messa nero su bianco. C’è la bozza di accordo Bollettino ufficiale della Regione Veneto, numero 65 del 21/05/2024. Ma i dubbi sull’opportunità di poter utilizzare le risorse per “riempire” il deficit generato dal progetto Cortina sono molto forti. Il documento è vago e c’è un’altra domanda? Se l’accordo non riguardasse solo l’impianto destinato ad ospitare le gare di bob, slittino e skeleton?

Ma andiamo con ordine. Già nel 2019 era emerso che esisteva una lettera di intenti tra Trentino, Alto Adige e Veneto per la copertura dell’ costi di gestione. Un accordo di 15 anni attraverso anche il Fondo dei Comuni di Frontiera. Questa ipotesi rimase sempre sullo sfondo fino al sindaco di Cortina d’Ampezzo, Gianluca Lorenziha commentato che “non dormo la notte pensando alle bollette per mantenere la pista e al rischio di default del Comune”.

Siamo a febbraio e al mese successivo il senatore Gianni Rosa è intervenuto in parlamento per sottolineare che “il vicepresidente della Regione Veneto ha già chiarito che la gestione ci sarà di competenza della Provincia di Trento e Bolzano, delle Federazioni Sportive e della Regione Veneto“. Ma la questione è rimasta un’incognita, fino alle ultime ore.

Gli indizi sono diventati un accordo: “Le Province di Trento e Bolzano si impegnano a sostenere, per gli esercizi finanziari dal 2027 al 2046un importo annuo determinato nell’ambito della programmazione, per garantire la continuità della fruizione sportiva dell’impianto recuperato, destinando specifiche risorse nell’ambito del Fondo Comuni Confinanti”.

Attingeremmo quindi al “tesoro” da 80 milioni. Riguarda risorse messe a disposizione dei vicini nell’ambito dell’Accordo di Milano e del Patto di Stabilità. Anni di attacchi all’autonomia e un periodo in cui i territori di confine avevano cominciato a chiedere di potersi spostare nelle province di Trento e Bolzano.

Così è stato definito con una disposizione costituzionale che fa parte dello Statuto del Trentino un Fondo per calmare le acque e risarcire gap infrastrutturale di 48 comuni limitrofi della Provincia di Belluno, Bresciano, Vicenza E Sondrio. Un meccanismo previsto nel bilancio 2010 e chiarito nel 2014 per un intervento da 40 milioni del Trentino e altrettanti dell’Alto Adige: ogni anno vengono distribuiti 500mila euro in quota fissa più altri investimenti.

“Cominciamo dal problema del metodo”, commenta a le Dolomiti IL Il deputato Dario Bond, delegato al Comitato Paritetico per la gestione del patto di fondo comune di vicinato. «La forma non va bene perché ci ritroviamo a contribuire tramite il Fondo senza che ci sia stata alcuna comunicazione. Ci siamo ritrovati con un ordine del giorno e un bollettino ufficiale senza che ci fosse stato chiesto un parere. Inoltre non è specificata la cifra, si parla solo che le spese annuali di mantenimento verranno sostenute in ottica post-olimpica”.

E ci sarebbe un problema. Un vincolo di non poco conto. “Un nodo amministrativo, tecnico e burocratico”, continua Bond. «L’intervento riguarda costi di manutenzione, quindi attuali che richiedono una pronta disponibilità di cassa. Ma il meccanismo del Fondo è diverso e questa misura è destinata alle spese di investimento. Un cambiamento richiede che la legge venga modificata in parlamento. Poi si può pensare anche all’eventuale modifica perché i Comuni, soprattutto quelli più piccoli, non hanno forza economica e queste risorse potrebbero essere utili per finanziare progetti di mobilità, ad esempio. La qualità della vita dipende dall’equilibrio dei servizima oggi questi soldi non possono essere toccati per questi obiettivi”.

Il titolo dell’allegato A del Bur lascia perplesso il deputato. Il documento è “Modello di accordo sul programma di gestione, Promozione e valorizzazione post-olimpica del Centro Scivoli Eugenio Monti‘ e le altre opere olimpiche realizzate nel comune di Cortina d’Ampezzo e nelle province autonome di Trento e Bolzano”. Insomma, le linee generali dell’accordo sono vaghe. Il Fondo potrebbe alimentare la gestione di più opere?

“Questo ci preoccupa: non ci sono cifre e tutto è molto vago. Ciò rischia di mettere i territori in difficoltà nella pianificazione degli investimenti”, conclude Bond.

 
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