“Sì, verranno rimossi. Ecco come.” Storia – .

Manfredonia. “Probabilmente è un lavoro inutile e perfino inutile dannoso perché impedisce il funzionamento della banchina. Oggi è ancora più dannoso perché ostacola i lavori riguardanti la ristrutturazione del Bacino dei fondali altiopere del valore di oltre 120 milioni di euro e che restituiranno Manfredonia ad un porto industriale-commerciale di rilevanza nazionale”.

È quanto ha detto oggi il professore a StatoQuotidiano.it. Avvocato Ugo Patroni Griffi, con decreto ministeriale del 16 giugno 2021, riconfermato presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale che comprende i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta, Monopoli e Termoli. Ad oggi Patroni Griffi resterà in carica fino al 16/06/2025.

Perché i nastri trasportatori non sono ancora stati rimossi? In precedenza c’era stato un contenzioso tra il consorzio ASI e l’impresa che li aveva costruiti. Una disputa che si è risolta solo di recente, dopo tanti anni. In un secondo momento si è pensato che la stessa ASI avrebbe potuto occuparsi dello sgombero. Oggi, affidati i cantieri all’impresa appaltatrice, sul molo può operare solo il consorzio aggiudicatario dei lavori. Pertanto il consorzio ASI si occuperebbe direttamente della rimozione dei nastri nell’area retroportuale attraverso accordi con aziende potenzialmente interessate al recupero del ferro. Per le cinture che si trovano in aree demaniali, sul BAF (Bacino Acque Alte) ci occuperemo noi di Autorità di Sistema Portuale, ovviamente avvalendoci dell’impresa appaltatrice che sta eseguendo i lavori di ristrutturazione”.

Il sindaco di Manfredonia e presidente del Consorzio Asi di Manfredonia, Angelo Riccardi

STORIA.

Il procedimento penale. Dopo circa 50 anni, ad oggi, l’unico dato correlabile ai “nastri” resta quello procedimento penale conclusosi con 4 condanne e 5 assoluzioni dopo la sentenza della Corte d’Appello di Bari; i magistrati baresi – dopo circa 2 ore e mezza di deliberazione – hanno riformato la sentenza del Tribunale di Foggia che, il 22 aprile 2004, “ha condannato 9 imputati a pene da 4 a 6 anni, con l’assoluzione di altri 7”. . L’accusa principale era che “da parte del dirigente dell’Emit di Milano (la società che si aggiudicò l’appalto ai tempi del Consorzio Asi, pari a circa 78 miliardi di lire)” vi fosse “l’obbligo di una tangente pari a 5 miliardi di lire” per “evitare ostacoli nei lavori” del “primo lotto di nastri trasportatori”.

L’ipotesi iniziale di utilizzo. Del resto, lo stesso Bacino Alti Fondali lega la sua vicenda allo scandalo delle cassette che, inizialmente, avrebbero dovuto “sostituire il traffico dei mezzi stradali provenienti dalla zona scarico merci, a terra, che non era mai entrato in funzione“. Come è noto, dai primi anni ’70 ad oggi, l’impianto “si trova in uno stato di semi-abbandono e necessita di importanti lavori di ristrutturazione o rimozione”.

Gli atti. “Al di là delle narrazioni politiche – ha detto a StatoQuotidiano l’11 giugno 2023 l’ex presidente del Consorzio ASI, Angelo Riccardi – c’è stato un intervento concreto per i nastri trasportatori con la mia presidenza in ASI (con delibera del 27.09.2017, l’Assemblea Generale dell’ASI aveva conferito a Riccardi l’incarico di Presidente del Consorzio; a seguito di una segnalazione pervenuta in successive note, l’ANAC – secondo la delibera consiliare del 01.03.2018 – ha comunicato allo stesso Riccardi l’avvio del procedimento relativo ad una possibile ipotesi di incedibilità dell’incarico. In data 28 febbraio 2020 il Consiglio di Stato, pronunciandosi in via definitiva sul ricorso, ha respinto il ricorso del 2019, presentato dai legali dell’ex sindaco di Manfredonia, per la riforma di una passata sentenza del TAR Lazio – prima sezione, n.4780 /2019 -, che aveva rigettato il ricorso e le ulteriori ragioni presentate dal ricorrente relative al procedimento di impugnazione dell’intrasferibilità dell’incarico,ndr)”.

La Commissione di Valutazione. «Sono gli atti che parlano, non io», aggiungeva Riccardi nel giugno 2023. Allora leggiamoli direttamente dall’ex presidente: “Con delibera del Consorzio ASI del 2018 si è deciso di’ procedere all’istituzione, individuazione e nomina della commissione di studio nella sede indicata per l’esame delle criticità dei Nastri Trasportatori costruiti e non ultimati nel porto e retro -area portuale dello stabilimento industriale Portuale di Manfredonia nell’agglomerato Asi‘”. Con la stessa delibera del 2018 è stato inviato al Direttore Generale dell’ASI di “procedere con la costituzione della commissione per l’analisi e lo studio delle criticità, esigenze e concreto utilizzo dei nastri trasportatori, valutando preliminarmente le ipotesi progettuali di riferimento e la contemporaneità con analisi del possibile concreto utilizzo degli impianti legati alla realtà attuale esigenze infrastrutturali‘. “Infatti, oltre questo, non c’era il nulla“, ha aggiunto Riccardi.

“Concretamente, attraverso l’istituzione della Commissione, e quindi l’affidamento ai professionisti”, ha detto Riccardi, “abbiamo cercato di capire se, a distanza di anni, quel lavoro fosse fruibile oppure no. Successivamente sono stato in Regione a Bari e la mia tesi, l’inutilità dell’opera, è stata confermata anche dai dirigenti (da questo dottor Pulli, ndr)”.

“La vicenda delle cassette – ha aggiunto Riccardi – ha visto procedimenti giudiziari, con conseguente sperpero di miliardi per la collettività. Come presidente dell’ASI avevo fatto un passo importante verso la risoluzione della vicenda”. “Era necessario – ha aggiunto Riccardi – per evitare che un giorno qualcuno si ergesse a contestare l’acquisizione dell’impianto (da parte dell’ASI, ndr) con la condanna al risarcimento dei danni all’erario. Insomma, non potevamo prendere una gru e demolire tutto. Penso che questo sia chiaro a tutti”.

Contenzioso giudiziario. «Non è vero che delle registrazioni si sa poco, che la documentazione è ingarbugliata, che non si sa a chi appartiene la struttura, che non ci sono le autorizzazioni. Chiacchiere. L’opera è stata commissionata dall’ASI di Foggia agli inizi degli anni ’70; non è stato effettuato alcun test per il sistema. Allora l’azienda (Termomeccanica, ndr) ha contattato l’Asi, l’Asi non si è presentata. Inizia una disputa senza fine. In primo grado l’ASI è stata condannata a pagare a TMT circa 3 milioni di euro”.

Ora facciamo un salto in avanti di qualche decennio. “Forti di questa situazione – ha detto Riccardi – durante la mia presidenza dell’Asi chiamiamo gli esperti e diciamo: valutate e diteci se questo lavoro è sperimentabile. La Commissione è giunta a questa conclusione: “i nastri trasportatori non sono testabili”. Anche assumendo il percorso migliore: i costi di gestione dell’opera sarebbero di gran lunga superiori a quelli di un eventuale trasporto di merci”.

Una volta superata la possibilità di sperimentazione e utilizzo, rimane una sola soluzione praticabile: la rimozione totale. “Sì, ma come lo rimuoviamo? Cosa ho proposto e cosa avrebbe fatto il sottoscritto”, ha detto Angelo Riccardi nel giugno 2023. “Un avviso pubblico, con cui cercare un’impresa in grado di smantellare i nastri (costituiti, tra l’altro, da alluminio, zinco, ferro, gru), e dal ricavato della vendita dei materiali, da un lato, pagando i costi dell’intervento, e dall’altro restituirli (gli utili, ndr) all’ASI, anche per cercare di risolvere il conflitto in corso contenzioso con TMT”. “Il valore dei profitti derivanti da questa operazione di vendita? Circa 1,5 milioni di euro. Il costo totale della rimozione dell’opera? Al momento non lo conosco”. Pertanto, a prima vista, la vendita del materiale non è sufficiente a coprire i costi di rimozione.

Ora, però, l’annunciato stanziamento di una somma pari a circa 120 milioni di euro per la rimozione, come ha spiegato questa mattina il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Ugo Patroni Griffi.

Bisogna modificare l’accordo in essere con la Regione, perché questo accordo dice che l’opera potrà essere utilizzata solo dopo il collaudo”, diceva Riccardi a giugno 2023. “Come detto: il collaudo non avverrà mai, i nastri potranno solo essere smontati, lo ha ribadito la stessa Commissione preposta ai controlli (istituita con determinazione dirigenziale ASI di Foggia n.11-2018 del 16 aprile 2018; composta da: prof ing. Leonardo Damiani; prof. ing. Nicola Costantini di Bari ing. Antonello Antonicelli di Bari Spesa totale per competenze: 16.000 euro come da legge”, ndr).

“Chi è arrivato dopo di me deve assumersi la responsabilità di effettuare l’intervento. La speranza è che questa iniziativa, che quanto fatto durante la mia presidenza, possa portare gli effetti sperati. Cosa prevedo? Niente, dico solo che sembra esserci più interesse a dire chi li ha rimossi che a rimuoverli effettivamente”.

Adesso sembra finalmente giunto il momento di dare inizio ai lavori di rimozione. Date non ricevute al momento.

 
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