I gruppi pro-vita non entreranno nelle cliniche valdostane di interruzione di gravidanza – La Prima Linea – .

Approvata dal Consiglio Valle, con 19 voti favorevoli (UV, FP-PD, AV-VdAU, PlA, PCP), sette astenuti (RV, FI, GM) e la mancata partecipazione al voto del gruppo Lega VdA, una risoluzione depositata alla Camera dai gruppi di maggioranza su una mozione del gruppo Progetto Civico Progressista-PCP riguardante l’organizzazione di servizi di consulenza per l’interruzione volontaria di gravidanza.

Il testo approvato impegna la Giunta regionale a mantenere l’attuale assetto organizzativo dei servizi di consulenza, che non prevede il coinvolgimento di enti del terzo settore che abbiano esperienza qualificata nel sostegno alla maternità.

Contestualmente, è stata accolta la mozione del gruppo PCP che ha voluto impegnare la Giunta regionale a non avvalersi di enti del terzo settore con esperienza qualificata nel sostegno alla maternità, nell’organizzazione dei servizi di consulenza previsti dalla legge 194/1978 e finalizzati alla realizzazione di interruzione della gravidanza.

Il gruppo FP-PD spiega che il decreto “Pnrr-quater” prevede che le Regioni, nell’organizzazione dei servizi di consulenza, possano avvalersi anche del coinvolgimento di enti del terzo settore, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica che abbiano esperienza qualificata nel sostegno alla maternità. Ricorda poi che deve essere garantito il diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza, osservando che nelle cliniche valdostane le associazioni del Terzo Settore non sono mai state presenti e nessuna iniziativa è mai stata attivata per autorizzare la loro presenza. Propone quindi, a nome della maggioranza, la deliberazione sul tema.

Il gruppo PCP ha precisato che la modifica al decreto “Pnrr-quater” – intervento definito estraneo al decreto stesso dalla stessa Unione Europea – non rispetta il diritto delle donne all’autodeterminazione.

L’iniziativa proposta, secondo i consiglieri di minoranza, ha invece l’obiettivo di evitare ingerenze di terzi nella delicata e difficile scelta della donna che deve essere individuale. Per PCP la scelta della maggioranza di astenersi su questa mozione è del tutto incomprensibile, a fronte del deposito di una risoluzione con un impegno simile ma meno incisivo e più confuso, “chiaramente dettato dalla sola volontà di mettere una bandiera su una argomento che merita maggiore rispetto”.

Il Presidente del Consiglio, Renzo Testolin, ha ricordato che già la precedente normativa (legge 194/1978) prevedeva la possibilità per le Amministrazioni di ammettere associazioni di volontariato all’interno degli ambulatori e ha tenuto a sottolineare che la Regione non ha mai avallato, né applicato questa docenti, “mantenendo un equilibrato atteggiamento di equidistanza, nel rispetto della libertà di scelta che spetta esclusivamente alle donne interessate”.

Testolin ha poi anticipato come la risoluzione presentata dalla maggioranza garantirà, dal punto di vista politico, la continuità di questo comportamento anche in futuro.

 
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