sono stati sequestrati un deposito di carburante, immobili e conti correnti, gioielli griffati e borse di valore – .

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sono stati sequestrati un deposito di carburante, immobili e conti correnti, gioielli griffati e borse di valore – .

TERNI – È l’alba quando si spengono le fiamme gialle di Terni sequestrare il deposito di carburante nella zona industriale della città, quello la cui vendita nel 2019 ha fatto scattare le indagini.

Gli investigatori bussano all’abitazione del sette indagati ternani, alcuni dei quali accusati in maniera pesante di associazione per delinquere, e sono alla ricerca di beni che può essere sottoposto a sequestro preventivo per equivalente.

Una cifra impressionante da garantire a garanzia del debito verso l’erario, che supera i 12 milioni e mezzo di euro.

In un caso anche le fiamme gialle filtrano attraverso il appartamenti dei parenti degli indagati perché ivi hanno il domicilio fiscale. Lasceranno le case perquisite e portate via gioielli firmati, orologi di valore, borse di marche rinomate e contanti.

Allo stesso tempo, tutti i conti bancari dei sospettati sono stati bloccati.

Al lavoro anche ieri mattina la polizia rumena, impegnato a sequestrare beni riconducibili agli indagati ternani che sarebbero stati acquistati in Romania con denaro che, secondo gli inquirenti delle fiamme gialle, è di provenienza sospetta.

A difendere i sette indagati ternani, sei dei quali non hanno precedenti penali, è l’avvocato Samuele De Santis, del foro di Viterbo.

«Fin dalla prima lettura delle carte se ne può denotare uno antica indagine, che risale al 2019, quando era in corso un’ipotesi di cessione del credito per subentro – dice l’avvocato. Un’operazione assolutamente legale, poi successivamente vietata dall’Agenzia delle Entrate. Disporre un sequestro preventivo a quasi cinque anni dalle indagini è semplicemente inutile. Senza ombra di dubbio mancano il pericolo e la rilevanza. Di questo – aggiunge l’avvocato De Santis – interesseremo la Corte di Cassazione senza passare per il tribunale del riesame di Terni e confidiamo in una pronta restituzione di gran parte dei sequestri predisposti”.

Nell’indagine sono coinvolti soggetti riconducibili alle società fittizie che avrebbero creato il falso credito, gli intermediari e numerosi presunti riciclatori.

 
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