REGIONE – Zes e risorse dei fondi europei non impegnate, Fanelli (Pd) “Silenzio e colpa del centrodestra rispetto alla fine di ogni politica per lo sviluppo di Termoli e del Molise”

REGIONE – Zes e risorse dei fondi europei non impegnate, Fanelli (Pd) “Silenzio e colpa del centrodestra rispetto alla fine di ogni politica per lo sviluppo di Termoli e del Molise”
REGIONE – Zes e risorse dei fondi europei non impegnate, Fanelli (Pd) “Silenzio e colpa del centrodestra rispetto alla fine di ogni politica per lo sviluppo di Termoli e del Molise”

CAMPOBASSO – Zes e le risorse dei fondi europei non impegnate. Per la consigliera regionale del Pd Micaela Fanelli occorre rompere l’imbarazzante silenzio di una campagna elettorale priva di temi che contano

“Nessuno in Molise si occupa di politiche di sviluppo. Nemmeno durante la campagna elettorale! Se qualcuno se ne fosse occupato si sarebbe accorto di queste due problematiche enormi e altamente negative per noi.

Il primo, la bufala ZES.

Il secondo, la perdita matematica di oltre 100 milioni di euro dei fondi europei derivanti dalla nuova programmazione.

Ma la nostra classe dirigente di centrodestra è troppo impegnata con “non sappiamo cosa” per notare le enormità negative che stanno accadendo!
Io spiego.

Sul primo punto, l’approvazione del cosiddetto decreto coesione (d.lgs. 60/24) da parte del ministro Fitto ha eliminato le potenzialità delle ZES. Si è ristretta la finestra temporale per consentire a tutto il Sud di attuare il credito d’imposta con importi limitati. Le imprese molisane dovranno presentare domanda dal 12 giugno al 12 luglio per beneficiare di un credito d’imposta che potrà andare dal 40% al 60% dell’investimento teorico, salvo un’enorme scure. C’è un tetto all’ammontare delle risorse per l’intero Mezzogiorno, pari a 1,9 miliardi, che una volta raggiunto fa sì che il finanziamento richiesto dall’azienda si riduca. Trattandosi di tutto il Sud, è facile supporre che il tetto verrà raggiunto in tempi brevi e che i tagli alle proposte imprenditoriali saranno consistenti, tanto che un imprenditore che vuole investire non sa per quanto tempo potrà ricevere gli aiuti. Manca cioè l’ingrediente più importante per un investimento: la certezza di un aiuto nell’an e nel quanto. Come si può fare un business del genere?

Sempre su questo punto, è chiaro che non vi è alcuna attrattiva aggiuntiva per il territorio termolese né per le aree mappate del Molise, che dalla ZES avrebbero dovuto avere una condizione favorevole per aumentare l’attrattività per le imprese, generando crescita e occupazione. Nessun richiamo per la città amata dal presidente della Regione, Termoli, che non ha detto una parola al riguardo. Perché mai disturbare il governo amico! Nella visione originaria, ricordo, le ZES nascevano per dare un forte aiuto alle aree portuali e di backport, per creare un meccanismo di attrazione di investimenti che trascinassero il resto del territorio verso la crescita.

In questo caso, quindi, chi vuole investire deve farlo presentando domanda in questa finestra di inizio estate e sperare che non ci siano molte domande al Sud, per poter ottenere l’aiuto del credito d’imposta. Con riduzioni certe e quindi molto peggiori del credito d’imposta dei governi precedenti. Un peggioramento epocale per Termoli.

Ed entro il 31 luglio ci sarà il piano strategico per la ZES unica. Uno strumento nazionale con il contributo di proposte locali. Qualcuno si sta occupando di questo? Se sì, sarebbe interessante capire come e per quali scelte. Assessorato regionale alle attività produttive, consorzi industriali, associazioni di categoria, sindacati… non so, una voce al Consiglio regionale che sarebbe sempre l’organo designato!

Per fortuna l’ACC aveva deciso autonomamente tutti i suoi investimenti, negoziando con il governo nazionale, perché altrimenti oggi scapperebbe da Termoli. Lontano dalla prima pietra che Roberti aveva deciso sarebbe stata posta in questi giorni. Lui, senza sentire la compagnia! E intanto l’Abruzzo è in piena fase iperattiva per toglierci da sotto il naso ogni investimento, soprattutto nel settore automotive

Non entro qui ad evidenziare gli altri aspetti negativi del decreto coesione, lo farò nelle analisi successive. Soprattutto, nel colpo finale, Lease ha dato una buona risposta ai bisogni infrastrutturali del Sud e del Molise. Si è celebrata la morte del relativo fondo e delle misure di riequilibrio della spesa ordinaria per gli investimenti del sistema statale e degli enti pubblici più ampi.

Secondo. Definanzieranno almeno 100 milioni di euro al Molise. I ritardi del governo Roberti, legati non solo ai problemi finanziari delle pezze di colore che continuano ad andare fuori luogo, comportano ad oggi una perdita di circa 130 milioni, a causa delle scadenze previste dalle norme Ue. Se riusciamo ad attivare banche e altri dispositivi tecnici forse perderemo “solo” 100 milioni, pari a un terzo del programma Fesr. Ma possibile che mentre la Corte dei Conti continua a criticarci sul “bilancio ordinario” nessuno si accorga dell’elefante sul tetto, per citare Bersani?!

C’è più. Se queste risorse non verranno impegnate, il governo nazionale avrà facile utilizzo delle altre, soprattutto quelle dell’asse 1, per alimentare misure nazionali, come il credito d’imposta e generare così un ulteriore cortocircuito negativo.

Sono piuttosto stanco di ululare alla luna. Anche per evidenziare le strade del futuro, come fatto la scorsa settimana, sulla necessità di spingere su Intelligenza Artificiale e imprese ICT. Proporre soluzioni per non vedere il Molise affondare come il Titanic.
Stanco, ma non domato. Ho ancora la forza di gridare a questa filiera del centrodestra che dovrebbe battersi per i meccanismi di aiuto di cui abbiamo bisogno! E mentre tappano un buco con una mano, aprono altri buchi nell’iceberg che ci faranno sprofondare in risorse aggiuntive”.

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