il ricordo di Franco Caffarella – .

Era il 24 maggio 1964. Esattamente 60 anni fa, pareggiando 1-1 contro il Chieti, rete di Filippo Bitetto, la Polisportiva Trani ottenne la promozione in Serie B. La manifestazione fu davvero un avvenimento per l’epoca.

Piccolo comune che all’epoca non superava i 38.000 abitanti, Trani, divenne l’unica città non capoluogo dell’Italia centro-meridionale a raggiungere la serie cadetta. Un motivo di giusto orgoglio, che è andato anche oltre le mura cittadine come attesta la notizia della Gazzetta del Mezzogiorno, ora visibile online.

La promozione della squadra di calcio in Serie B ha rappresentato il coronamento di un periodo davvero irripetibile per la Città. Trani era una città operosa: il 2° centro marmifero italiano per l’estrazione e la lavorazione della Pietra di Trani aveva messo in ombra le luminosissime tradizioni giuridiche dell’ex Corte d’Appello di Puglia.

Le serate estive, poi, ne fecero un centro rinomato sia per il turismo d’élite con le serate di gala al night club La Lampara (dove la sera si esibirono Mina, Milva e Caterina Caselli, oltre all’ugola d’oro di Trano Isabella Jannetti) che è popolare, grazie ai Festival della Moda dei grandi stilisti (Schubert) e delle Caterinettes, e della Canzone Italiana, un Sanremo estivo, trasmesso in diretta radiofonica dalla Rai.

Non stupisce quindi che un simile risultato sportivo possa essere stato raggiunto proprio quell’anno dal “piccolo” Trani. La politica del “fare” così evidente oggi, nella Trani dell’epoca, riuscì addirittura a costruire in tempi record uno stadio (scalinata, Tribuna Innocenti e Curva) con una capienza di 20.000 spettatori, inaugurato con la vittoria campionato sul Napoli poi promosso in Serie A nel novembre 1964. Poco più di 5 mesi!

Ma il 24 maggio 1964, con il Chieti staccato di soli 2 punti, il Municipio di Trani, con i suoi pochi gradini e una piccola tribuna, era davvero troppo piccolo per ospitare praticamente un’intera città nel…calcio. Ma c’erano diecimila spettatori. Uno spettacolo eccezionale. Non c’erano gli Ultras, né i fumogeni nel calcio di quel periodo. Sugli spalti bandiere, trombe e manifesti inneggianti a Trani e tra il pubblico, notate dai cronisti dell’epoca, anche tante gentili signore, stanche di essere lasciate a casa dai mariti e dai fidanzati “per andare a vedere la partita di calcio” come Rita ha cantato Pavone.

La gara è stata difficile. Salita. Il Chieti passa in vantaggio al 25′ con Paradiso. Il Trani non si perde la calma e pareggia “con il più modesto (non certo per le qualità tecniche) dei suoi giocatori, Bitetto, che ha lavorato instancabilmente a centrocampo e si è fatto trovare pronto all’appuntamento con la palla buona, segnando un gol di testa. che i tranesi non dimenticheranno mai” come ha scritto l’inviato della Gazzetta, Carlo Ancona.

Al fischio finale le foto pubblicate dalla Gazzetta danno l’idea dell’apoteosi. L’invasione pacifica. I giocatori portati in spalla dai tifosi (nel successivo campionato di Serie B a Trani vedrete in una foto, anche il principe delle casacche nere dell’epoca, Concetto Lo Bello, portato in trionfo, dopo il pareggio del Trani con il Lecco che sanciva matematicamente la salvezza, fatto oggi assolutamente impensabile).

Lunedì 25 La Gazzetta dedicherà la copertina della pagina sportiva allo “storico” gol di Bitetto, commentando “Con una spesa minima il Trani ha ottenuto la promozione al termine di un campionato ancora esaltante. Bitetto e Cosmano, i senior della squadra, hanno riassunto fino all’ultimo la generosità di una squadra, formata con le briciole di altri club, con giocatori considerati “finiti” e invece rivalutati anche con una promozione”.

Il film del campionato nelle parole dello storico del Bari, Gianni Antonucci, all’epoca firma sportiva della Gazzetta serie C: “Un campionato meraviglioso sotto tutti i punti di vista. Il Trani l’ha vinto da grande squadra. Diciassette vittorie, nove pareggi e solo sei sconfitte sono le tappe della sua promozione. Il Trani ha saputo superare gli ostacoli più difficili, rivelandosi il più forte, il più degno, il più meritevole dell’agognata promozione in Serie B”.

Era la Trani di Lamia Caputo, Crivellenti, Pappalettera, Ferrante, D’Elia, Bazzarini, Arfuso, Bitetto, Franzò, Guardavaccaro e Cosmano. L’allenatore della Promozione Vincenzo Marsico. I primi dirigenti: il presidente Giulio Gramegna e il suo vice Mimì Zecchillo.

Tanti i tifosi: due nomi su tutti, il mitico “Provolone”, mister Lattanzio, ritratto in campo contro il Chieti, con in mano lo striscione biancoblu di buon auspicio e Giulio Orizzonte che, nella serata dei festeggiamenti per la promozione, ha mantenuto il suo voto . I suoi lunghi baffi, che cominciarono a crescere durante la prigionia nella seconda guerra mondiale, si sarebbero tagliati se Trani fosse stato promosso.

E così, dopo 22 anni, questi baffi alla Vittorio Emanuele se li sono tagliati il ​​capitano del Trani, quel Mimì Cosmano, ferroviere in settimana e goleador la domenica (101 gol in 254 partite con la maglia del Trani in oltre 40 stagioni). L’icona della squadra, tutta cuore e sacrificio, che regalò al popolo di Trani le emozioni più grandi di quegli indimenticabili anni ’60.

Franco Caffarilla

 
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