Il Superbonus nell’archivio L’Ance: questi gli effetti – Pescara

L’AQUILA. Il decreto Superbonus è legge. Alle 12.20 di ieri il provvedimento, sul quale il Governo aveva già guadagnato la fiducia, è passato alla Camera con 150 voti favorevoli e 109 contrari. Diventa legge in seconda lettura dopo l’approvazione di Montecitorio senza modifiche rispetto al testo varato dal Senato.
Il decreto inasprisce ulteriormente le regole per ottenere l’agevolazione sulla base della linea tracciata dall’esecutivo Meloni: quella della riscrittura dei bonus edilizi ritenuti “insostenibili per le casse pubbliche”. Quindi, voltiamo pagina. Per ANCE Abruzzo “la misura più impattante è lo stop agli indennizzi per le banche, che avrà inevitabili ricadute negative sulle imprese”. Buongiorno, invece, alle istanze di ristrutturazione con il Superbonus nelle zone post-sisma presentate prima dell’entrata in vigore della legge, grazie all’emendamento al testo presentato dal senatore di Fratelli d’Italia, Guido Liris. L’unico accettato.
IL PARERE DELL’ANCE.
“C’è una chiara distinzione tra ciò che è stato fatto prima e ciò che verrà fatto ora”, afferma Enrico Ricci, presidente dell’Ance Abruzzo, «l’elemento che desta maggiore preoccupazione è il capitolo relativo alle banche: dal 2025 gli enti non potranno più compensare i crediti del Superbonus con debiti previdenziali e assistenziali e premi per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro. malattie professionali e lavorative, pena il recupero del credito con interessi e sanzione pecuniaria. Ciò andrà a scapito delle aziende che avevano trattative in corso”.
Ma il timore espresso dai produttori è anche «che si crei un pericoloso precedente normativo. Le aziende, come le banche, hanno piani economici pluriennali, quindi non può essere tollerata la retroattività”. La nuova legge prevede un “giubbotto di salvataggio” per le zone colpite dai terremoti del 2009 e del 2016.
«In virtù dell’unico emendamento approvato, quello firmato dal senatore Liris», sottolinea Ricci, «sono state riservate le istanze presentate prima dell’entrata in vigore della nuova normativa, come richiesto dall’ANCE e dal commissario alla ricostruzione, Guido Castelli. Adesso bisognerà vedere se la copertura finanziaria sarà sufficiente per portare a termine gli interventi. Per il terremoto, in futuro, verranno adeguate le tariffe per le carte parametriche”.
Il futuro.
Con l’eliminazione della “vecchia versione” del Superbonus per le costruzioni si apre una nuova era. «È chiaro che manca un incentivo», spiega il presidente Ricci, «il Governo dovrà necessariamente pensare a uno strumento ordinario, stabile nel tempo, con aliquote differenziate, che gli consenta di intervenire sulla ristrutturazione e riqualificazione dell’immobile stock assegnando di anno in anno risorse specifiche per l’adeguamento alla normativa del Green Deal europeo che, in due step, stabilisce che nel 2050 non verranno generate emissioni nette di gas serra”.
Tornando al decreto Superbonus, le novità sono numerose: le spese del superbonus non saranno più deducibili in 4, ma in 10 anni. Passa a 10 anni dagli attuali 5 anche la deducibilità per il bonus sisma e per il bonus barriera architettonica. La norma, come detto, è retroattiva ovvero dovrà essere applicata alle spese sostenute dal 1° gennaio 2024. Per i cittadini significa che potranno devono attendere più di quanto stimato in base alle “vecchie” regole per ricevere l’intero rimborso a cui hanno diritto.
L’obbligo di scaglionamento su dieci anni vale solo per l’utilizzo diretto dei bonus in dichiarazione e non riguarda l’utilizzo dei crediti d’imposta derivanti dalla cessione o dallo sconto in fattura. Le imprese che hanno acquisito i crediti, anche per effetto dello sconto in fattura, continueranno ad utilizzarli secondo le norme oggi in vigore: quattro rate se relative al Superbonus e cinque se legate al bonus sisma e barriera architettonica bonus. L’aliquota di detrazione per gli interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica diminuirà progressivamente fino al 30%.
Il bonus per il 2024 è del 50%, con un tetto di spesa deducibile di 96mila euro. Dal 2025, salvo eventuali modifiche, l’aliquota scenderà al 36% con un tetto di 48mila euro. Dal 2028 l’incentivo è ridotto al 30%.
STOP AI COMPENSI.
Altra novità è lo stop ai compensi per le banche. Dal 2025 gli enti non potranno più compensare i crediti del Superbonus con i debiti previdenziali e assistenziali, pena il recupero del credito con interessi e sanzione.
Non solo. Banche, assicurazioni e intermediari che hanno acquistato crediti pagando meno del 75% del loro valore originario dovranno dividere le rate in sei rate annuali, non trasferibili.
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