“L’anno prossimo saremo una realtà che deve confermarsi” – .

Al termine della partita contro il Bologna, che ha consegnato al Genoa l’ultima vittoria stagionale, l’allenatore rossoblù Alberto Gilardino ha parlato in una conferenza stampa.

Il lavoro fatto qui a Genova è ottimo. Ritieni di aver fatto un ottimo lavoro quanto Thiago Motta, con le giuste proporzioni?

“Si assolutamente. Se ripenso a dove siamo partiti, al ritiro a Moena, un pensiero del genere in quel momento era inaspettato. Oggi questo pensiero è stato coltivato, costruito, motivato, allenato per raggiungere questo obiettivo fino a stasera, dove abbiamo vinto meritatamente la partita contro una squadra forte, contro una squadra che aveva fatto un certo tipo di campionato. Ovviamente è l’ultima partita della stagione, ma siamo partiti forte, abbiamo tenuto alta l’intensità per tutta la partita, quando c’erano spazi li abbiamo occupati bene e siamo ripartiti. I ragazzi meritano tutto questo”.

La cosa che ha sorpreso un po’ tutti è che nelle ultime partite, dove era logicamente prevista la stanchezza, sembra aver stretto un patto d’acciaio con i suoi giocatori. Stasera ha fatto una partita sontuosa e 49 punti sono un gol pazzesco…

“È qualcosa di unico fare 49 punti al ritorno in Serie A, ma questo è il calcio ed è quello che cerchiamo e che cerco di trasmettere ai ragazzi. Gioca per vincere e combattere. Questo deve essere il Dna, l’input che il Genoa dovrà avere nella prossima stagione e mantenere nel tempo. Abbiamo sacrificato così tanto nelle nostre vite per raggiungere questo tipo di situazione e raggiungere questo tipo di gruppo”.

A chi dedicherai questo primo anno?

“Sono felice ed estremamente soddisfatto. Grazie al mio staff, ai miei ragazzi: quando c’è intesa, quando c’è dialogo e le richieste in campo vengono percepite, trasmesse e poi raccolte in campo, tutto diventa più semplice. Dedico questo primo anno a tutti i genovesi che lavorano dietro le quinte del Genoa, che ogni giorno lavorano per un unico intento, quello di portare il Genoa più in alto possibile. Tutti coloro che sono vicini alla squadra, dai medici ai magazzinieri, passando per i fisioterapisti e tutti coloro che lavorano quotidianamente al “Pio” e tutti i tifosi del Genoa. Innanzitutto, però, la dedizione va alle mie figlie e a mia moglie: è stato un anno davvero speciale, lontano da casa per fare questo lavoro. Sapete benissimo che i sacrifici sono tanti, mi hanno sempre sostenuto e sono diventati tifosi del Genoa. È stato un bel finale.

Hai preso quattro punti al Bologna, segnando stasera due gol contro la seconda miglior difesa del campionato. È un peccato perché potevano essercene sei con il palo dell’andata all’ultimo secondo…

“Due ottime prestazioni. All’andata ricordo che dopo aver fatto un ottimo primo tempo, nella ripresa ci misero in grande difficoltà. Hanno giocatori di talento che sono bravi nell’uno contro uno. Stasera penso che la squadra abbia giocato una partita di alto livello per intensità, ferocia e recupero palla. In mezzo al campo Thorsby, Frendrup e Malinivskyi hanno strappato e recuperato molti palloni. Sono contento per ragazzi come Cittadini che avevano pochissimo spazio, ma hanno fatto una grande partita. E sono felice per il ritorno in campo di Vitinha. Permettetemi di spendere qualche parola su Strootman: posso dire che ho avuto la fortuna di allenare un grande campione, un esempio in questo anno e mezzo. Un esempio anche per me. Abbiamo parlato molto, parlato. Lo saluto e spero che prenda la decisione migliore per il suo futuro e quello della sua famiglia”.

Vitinha gli ha baciato la maglietta dopo aver segnato…

“Non l’ho visto, ma è un buon segno. Spero che l’azienda lo abbia visto e possa intervenire per farmi un regalo. Va bene?” (sorride, ed)

Quanto ti dispiace che la stagione stia finendo, visto come sei arrivato a giocare queste ultime partite e la simbiosi che si è creata con i tifosi?

“Sì, è triste che stia finendo. Sarà difficile staccare la spina, ma ho bisogno di un po’ di tempo libero e di un po’ di riposo. È stato un finale in crescendo dal punto di vista mentale, dal punto di vista dell’organizzazione di alcune situazioni. Non ho mai avuto la sensazione che la squadra stesse perdendo un centimetro, anzi l’ho sempre vista con la voglia di andare a lottare in casa e in trasferta, su ogni campo. Questo è stato un aspetto positivo”.

Stasera Vogliacco ha giocato centrale e con la fascia da capitano. Come lo hai visto in quel ruolo?

“Buon Vogliacco, bravi tutti. Sono felice che quest’anno siamo riusciti a valorizzare giocatori che non avevano avuto questo tipo di continuità positiva in questa categoria. Penso a Sabelli, Vogliacco, Cittadini che ha giocato la sua prima partita da titolare. Penso ai veterani Bani e Strootman. Penso a quando Messias e Vitinha si divertivano. Molti altri li dimentico, ma tutti siamo riusciti a creare un approccio importante e un contributo importante all’interno del gruppo, sia per tanti minuti che per pochi”.

Gudmundsson ha detto che sognava la Premier League, ora ha detto che chissà, forse potrebbe solo rispondere ad un’offerta pazzesca. L’impressione da fuori è che qui siano tutti felici…

“Cosa penso? Ebbene la società investe e l’allenatore migliora e cerca di valorizzare la squadra. Questo è l’input dell’azienda. Giocatori giovani che magari provengono da altri campionati e da altre realtà, dobbiamo farli crescere e migliorare. Bisogna fare delle considerazioni quando si vende un giocatore. Lo deciderà la società. Io vorrei sempre tenerli tutti, ma se ciò dovesse accadere dovremo essere vigili, svegli e attivi sul mercato per riuscire a recuperare il gap che potrà esserci nella cessione di alcuni giocatori. Dovremo valutare con grande serenità. C’è un rapporto con il direttore, con il presidente Zangrillo, e c’è dialogo e massima apertura. Con loro sono molto diretto e dove ci saranno trasferimenti bisognerà essere bravi e vigili nel fare valutazioni sul mercato. L’ho detto anche l’altra sera alla cena aziendale: quest’anno siamo stati una sorpresa, abbiamo lavorato tanto e grazie all’entusiasmo, ma l’anno prossimo siamo una realtà che deve confermarsi. Dobbiamo partire sempre con i piedi ben piantati per terra, rimboccarci le maniche e avere senso di umiltà, fame, voglia di rifare un campionato così. Non possiamo permetterci di abbassare questo tipo di aspetti, dobbiamo pensare sempre in quella direzione”.

Hai già programmato qualcosa per la prossima stagione? Ha dato indicazioni?

“Quando dovremo prendere in considerazione un giocatore che deve lasciare il Genoa dovremo avere buona visione, e quando dico buona visione intendo cercare giocatori come Frendrup e Gudmundsson di due anni fa. Ci vorrà tempo, ci vorrà lavoro, ci vorrà tempo per lasciarli sbagliare, ci vorrà sacrificio quotidiano (e questo dipenderà da me). Quando andiamo a fare investimenti la società è molto brava a scegliere i giocatori, anche in prospettiva. Quindi ci vorrà tempo”.

Un po’ del lavoro che stai facendo con Ankeye…

“David ti dico la verità, veniva da un’altra realtà e all’inizio aveva difficoltà, ma ha tanta voglia di lavorare, sta migliorando, ha grande fisicità e prospettiva. Farà un ritiro con noi e questo gli aiuterà molto dal punto di vista tecnico, tattico e fisico. Bisognerà accompagnarlo in questa crescita graduale, nel suo tempo in campo: sarà decisivo per la prossima stagione”.

Cittadini stasera ha fatto una grande partita…

“Sono contento per Giorgio, ha iniziato subito a lavorare duro appena arrivato. È un ragazzo umile. Si è inserito bene nel gruppo, meritava una serata così. Sono davvero felice per lui”.


Genoa, Malinovskyi: “Tante emozioni positive stasera. La vittoria è del pubblico”

 
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