“Mi piacerebbe vedere Martin sulla mia moto, ma merita la Ducati ufficiale” – .

Quello di ieri era forse il giorno più emozionante della carriera di Aleix Espargarò, che comprensibilmente ha parlato a più riprese a cuore aperto, raccontandosi e descrivendosi come pochi tra i piloti in griglia probabilmente saprebbero fare. Come confermato dallo stesso catalano il suo viaggio è stato lungo e tortuoso, con un’ultima magica tappa ad Aprilia, che ha deciso di farlo impronta sulla tua pelle proprio subito dopo l’annuncio del ritiro.

“Volevo farlo il giorno dell’annuncio, ma nella realtà L’ho fatto la sera prima. Ho parlato con Massimo (Rivola ndr) e Romano (Albesiano ndr), poi Ho fatto venire un tatuatore al camper e l’ho fatto. Sono orgoglioso di quanto vissuto con Aprilia e ho voluto rappresentarlo al meglio”.

Chi vorresti vedere al tuo posto?

“Mi piacerebbe molto che il mio posto venisse preso da Jorge Martin, ma lui merita la Ducati ufficiale. Se non può andare dove vuole, farò di tutto vederlo lottare per il titolo con l’Aprilia numero 41. Massimo (Rivola ndr) ora avrà molto da fare, perché la moto è competitiva e la vogliono in tanti. Non è però un mezzo facile, basti vedere le difficoltà di due ottimi piloti come Oliveira e Fernandez”.

Espargarò, il ritiro e l’esempio del fratello

Quando hai iniziato a pensare di andare in pensione?

“Ho iniziato l’anno con tanta voglia di fare bene, senza pensare che questo potesse essere l’ultimo anno, ma quando dovevo partire per Austin mi è stato difficile farlo, e ho cominciato a pensare che non puoi fare questo lavoro se non sei convinto al 100%. Dopo la caduta nello Sprint di Jerez ho detto a Laura (la moglie) “è finita, ho deciso”: poter scegliere quando fermarsi è un privilegio, ma d’altra parte faccio parte della squadra migliore dal punto di vista umano, oltre a guidare una moto che molti desidereranno”.

Come sono andati i giorni precedenti l’annuncio?

“Onestamente ero convinto, ma Martedì e mercoledì avevo davvero tanta ansia, così come il dolore al petto. Sono una persona che vive di emozioni, ma rimango convinto della mia scelta. In questa professione quando inizi ad avere dei dubbi è ora di smetterla. La prima persona a cui ho comunicato la mia scelta è stata Laura, poi tutte le persone a me vicine compreso Martin”.

L’esempio di tuo fratello ti ha influenzato?

“Assolutamente. Quando Pol si è fatto male e dopo ha deciso di andare in pensione ho visto un cambiamento in lui, ha scoperto un’altra vita ed è apparso molto più gioviale. Umanamente è cambiato molto, il che mi ha aperto gli occhi. Voglio godermi la vita, dopo tanti anni trascorsi a godermi il motociclismo. Voglio scoprire il mondo, viaggiare e provare cose nuove. Ovviamente amo le moto quindi queste rimarranno parte della mia vita”.

Albesiano aveva confermato pubblicamente che sperava che tu continuassi. Cosa ne pensi?

“Romano si è emozionato quando gli ho comunicato la mia decisione e mi ha confessato che non sa come sarà il box dopo di me. Quest’ultimo è arrivato era un manicomio, con me a volte felice e a volte arrabbiato, ma gli ho detto che sono orgoglioso di quello che abbiamo realizzato insieme, al di là delle vittorie. Vedere come tutti i ragazzi del team siano contenti dei successi di entrambi i piloti è meraviglioso, siamo tutti figli di Romano e Massimo. Sarò eternamente grato ad Aprilia e credo che ci siamo dati tanto”.

Cosa ti mancherà di più della vita da pilota? E cosa di meno?

“Buona domanda. Piano piano lo scoprirò: Non mi mancherà la pressione, ma voglio comunque rimanere in contatto con questo mondo e andare in moto. Aprilia è stata la mia seconda famiglia e credo che lo sarà ancora”.

Ti piacerebbe ricoprire il ruolo di rappresentante o manager dell’autista?

“Ci ho pensato ed ero vicino ad accettare un ruolo del genere, con un giovane talento al centro del progetto, grazie al mio manager. Poi però ne ho parlato con mia moglie e insieme abbiamo deciso che era meglio evitarlo, visto ciò ci avrei messo troppo tempo e voglio scendere di 3 marce.

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