161 rinviato a giudizio, da cui è nata l’inchiesta Il Tirreno – .

161 rinviato a giudizio, da cui è nata l’inchiesta Il Tirreno – .
161 rinviato a giudizio, da cui è nata l’inchiesta Il Tirreno – .

PRATO. Saranno 161 gli imputati nel processo che inizierà il 22 settembre 2025 e che è nato dall’indagine dei sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, entrambi poi trasferiti a Firenze, su società cinesi inscritte in prestanome per eludere la previdenza sociale contributivi e adempimenti fiscali. Il giudice dell’udienza preliminare Lorenzo Chesi ha rinviato a giudizio oggi, 24 maggio, tutti gli imputati, ad eccezione di Raffaella Corrieri e Chiara Casini, difesi da Costanza Malerba, Federico Febbo e Nicola Badiani. Tutti gli altri, soprattutto imprenditori cinesi e loro prestanome, ma anche molti “colletti bianchi” italiani, dovranno rispondere a vario titolo delle accuse di falso ideologico, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, contraffazione, alterazione e utilizzo di documenti a scopo di del rilascio del permesso di soggiorno. I professionisti italiani sono accusati di aver utilizzato documenti falsi per creare “aziende fantasma” e ottenere permessi di soggiorno per i proprietari occulti di imballaggi cinesi e i loro prestanome.

L’investigazione

Nell’ottobre 2021, quando sono iniziati gli arresti, si parlava di un totale di 210 indagati (193 cinesi e 17 italiani), di cui dieci titolari o soci di studi professionali, 19 dipendenti degli stessi studi, 181 cinesi che hanno ottenuto il permesso di soggiorno grazie a documentazione falsa. Ma il numero più eclatante era 52: erano tanti gli imprenditori nascosti che erano dipendenti delle aziende di loro proprietà. Poi ci sono 46 prestanome e 83 lavoratori assunti con false pretese in aziende fantasma. L’indagine dei deputati Gestri e Boscagli ha accertato un’evasione di contributi Inps per 7,6 milioni di euro, che ora l’Inps cercherà di recuperare, anche se non sarà facile perché chi si occupa di queste faccende solitamente non lo fa per intestare direttamente immobili o beni di lusso merce.

Controllo

L’indagine è nata da un sopralluogo della Polizia municipale di Prato avvenuto nel 2017. I vigili urbani andarono a verificare l’indirizzo di un’azienda a conduzione cinese, in località Macrolotto, che risultava avere 48 dipendenti, e scoprirono che l’azienda non non esisteva. Le successive indagini sono state svolte dalla Guardia di Finanza.

 
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