«Dante offende Maometto». Studenti islamici esentati dallo studio della Divina Commedia a Treviso – .

«Dante offende Maometto». Studenti islamici esentati dallo studio della Divina Commedia a Treviso – .
«Dante offende Maometto». Studenti islamici esentati dallo studio della Divina Commedia a Treviso – .

“Offende l’Islam”. Sarebbe questa l’accusa mossa a Dante Alighieri e alla sua Divina Commedia, tanto che in una scuola media gli studenti di fede musulmana potranno evitare di studiarla. Scoppia la polemica e il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, invia l’ispezione.

Dante, gli studenti possono saltare le lezioni sulla Divina Commedia a Treviso perché sono musulmani: è controverso. Il ministro Valditara manda gli ispettori nella scuola

LA RICOSTRUZIONE

Una docente di scuola media dell’istituto Felissent di Treviso, infatti, ha deciso di esonerare due suoi studenti musulmani dallo studio della Divina Commedia proprio perché il contenuto sarebbe stato inappropriato per loro. I due ragazzi, quindi, non verranno interrogati né sottoposti a compiti scritti sull’opera di Dante. I versi del Sommo Poeta, simbolo della letteratura italiana, letti e studiati nelle scuole e nelle università di tutto il pianeta, sarebbero infatti offensivi nei confronti della religione islamica. Di tutte le interpretazioni letterarie e poetiche delle tre Cantiche di Dante, Inferno, Purgatorio e Paradiso, questa appare certamente la più singolare. E non ha mancato di scatenare un’ondata di polemiche. Basti pensare che il 25 marzo, in Italia, si celebra la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, chiamata per questo Dantedì. Sembra quindi incredibile quello che è successo a Treviso ma la cosa è andata proprio così: il professore di lettere della scuola media di Treviso, sapendo che i due studenti musulmani sono esentati dalla lezione di religione cattolica, ha deciso di chiedere alle famiglie il permesso di discutere della studio della Divina Commedia in presenza dei bambini. Non era nemmeno un testo sacro. Forse lo è, certo, ma in senso letterario. I genitori dei diretti interessati hanno risposto alla docente chiedendo l’esenzione per i loro figli dai versi di Dante e così i due studenti non avranno la possibilità di studiare uno dei testi chiave della letteratura e della lingua italiana. Il docente, che pare abbia agito senza aver prima consultato la scuola e la direzione, probabilmente è stato eccessivamente scrupoloso visto che la Divina Commedia viene letta in tutte le scuole medie e superiori, nonché nelle università umanistiche, senza che nessuno abbia mai chiesto particolari esenzioni . Anche se tratta un argomento religioso, non può certo essere considerato un testo di dottrina religiosa. Ma in realtà non è la prima volta che Dante finisce sotto accusa, nel 2012 Gherush92, un’organizzazione non governativa per i diritti umani, aveva chiesto di abolire la Divina Commedia dai programmi scolastici, a causa delle frasi ritenute offensive nei confronti della religione musulmana. . In alcuni paesi islamici Dante era già stato bandito, per i versi che dedicò a Maometto messo all’Inferno. Il profeta dell’Islam è infatti presente nel Ventottesimo Canto, nella Nona Bolgia dell’Ottavo Cerchio dell’Inferno, come seminatore di discordia e divisione. In Italia la polemica, prima d’ora, non ha mai preso piede, tanto meno nella scuola italiana, ma questa volta sì e la Divina Commedia finisce in un angolo. Al suo posto si studia un programma alternativo dedicato a Boccaccio. Qualcosa che non quadra. Tanto che il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato un sopralluogo «per verificare come stanno effettivamente i fatti, perché oggettivamente un’esclusione dal programma scolastico di uno dei pilastri della nostra letteratura per motivi religiosi o culturali – ancora una volta noi non ho capito bene: è assolutamente inaccettabile.”

LA REAZIONE

Sul caso è intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini, definendo “folle” la scelta di esentare gli alunni musulmani. «È assurdo – ha commentato Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione – integrazione significa anche conoscere la cultura del Paese in cui si vive e si studia. Questo passo cozza anche con tutti i progetti che si realizzano nelle scuole sulla figura di Dante, sulla sua sensibilità umana, sulla sua passione civile e sulla sua ardente spiritualità”. La difesa di Dante è trasversale, senza diventare motivo di conflitto tra maggioranza e opposizione. Sul tema, infatti, è intervenuta anche la senatrice del Pd, Simona Malpezzi: «Conoscere Dante non toglie nulla alla confessione religiosa dei bambini ma aggiunge molto alla conoscenza della cultura italiana. L’integrazione avviene per addizione, mai per sottrazione”. Ma questa volta anche il Sommo Poeta fu portato via dalla scuola. Ed è un vero peccato, proprio come quelli che Dante descrive nei suoi ambienti.

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Il Messaggero

 
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