Liliana Cavani, Carpi diventa set. Un docufilm dedicato alla regista celebra il cinquantesimo anniversario del suo capolavoro – .

Liliana Cavani, Carpi diventa set. Un docufilm dedicato alla regista celebra il cinquantesimo anniversario del suo capolavoro – .
Liliana Cavani, Carpi diventa set. Un docufilm dedicato alla regista celebra il cinquantesimo anniversario del suo capolavoro – .

Liliana Cavani e Carpi, la sua città natale. È un rapporto di affetto autentico quello che lega la regista e sceneggiatrice 91enne, insignita lo scorso anno del Leone d’Oro alla carriera alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, alla città dei Pio dove è nata e ha trascorso gli anni precedenti. coltivare la passione per il cinema. “Sono nato a Carpi, qui c’è la bellezza del lavoro umano”: è stato il set a cielo aperto allestito ieri nel centro storico, per la realizzazione del documentario del regista e produttore Adolfo Conti, ‘Il portiere di notte – Storia di un regista e di un film leggendario’, dedicato al film di Cavani ‘Il portiere di notte’ del 1974, che quest’anno compie 50 anni. Con un’inversione di ruoli, questa volta il regista sarà davanti alla macchina da presa, protagonista del documentario stesso, prodotto da Doc Art in coproduzione con i parigini Goyaves e in collaborazione con Rai Documentari e Arte, destinato ad essere in uscita entro fine anno sulla Rai. Seduto ai tavolini del Caffè Retrò, Cavani guardava ‘estasiato’ la ‘sua’ Piazza Martiri: “Ho sempre amato la mia città. Qui c’era un tocco di Rinascimento: basta guardare l’armonia di questa piazza e del portico per capire come l’architettura sia stata al servizio della città”. Inizialmente il set sarebbe dovuto essere al piano terra del Torrione degli Spagnoli (dove in passato c’era la biblioteca frequentata dalla cineasta), ma lei stessa si è ‘obiettata’ al regista “Ma dov’è Carpi?”, sporgendosi verso una visione a tutto tondo della sua città. “Credo che un film diventi un classico – ha spiegato – quando affronta temi fondamentali che, come tali, sono sempre attuali. La storia umana si ripete”. Tra i ricordi di Liliana legati a Carpi ce n’è uno che segnò anche la sua carriera, ovvero la strage di piazza Martiri del 1944 in cui furono fucilati 16 ostaggi dai fascisti: “Abitavo in corso Fanti e ricordo, anche se ero piccola, che una mattina Ho cominciato a vedere molta gente che arrivava dalle campagne e abbandonava le biciclette dirigendosi verso la piazza. Incuriosito li ho seguiti. C’erano donne che urlavano, altre che piangevano, davanti a loro un mucchio di cadaveri. Un’immagine che ho cancellato perché non potevo parlarne a casa, dato che non potevo uscire da sola. Me ne sono ricordato anni dopo, quando ho realizzato “I cannibali”, una storia ispirata ad Antigone, in cui effettivamente mettevo dei cadaveri in strada. Una scelta ispirata alla strage di piazza Martiri”. All’incontro con la stampa erano presenti anche il sindaco di Carpi Alberto Bellelli e Fabio Abagnato dell’Emilia-Romagna Film Commission. “Avere Liliana – ha sottolineato Bellelli – è una grande gioia. C’è un legame profondo tra lei e Carpi, il suo ‘Fondo’ è conservato nell’archivio storico per dare a chiunque lo desideri la possibilità di studiare documenti e sceneggiature. Un luogo in cui il suo messaggio può evolversi grazie al lavoro di altri artisti”.

 
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