LA VARESE NASCOSTA. Quella volta Garibaldi andò al Comune di Varese – Varesenoi.it – .

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LA VARESE NASCOSTA. Quella volta Garibaldi andò al Comune di Varese – Varesenoi.it – .

Torna l’appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del territorio del Varesotto in collaborazione con l’associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda.

Oggi parliamo della volta in cui Giuseppe Garibaldi arrivò nel Comune di Varese.

La mattina del 24 maggio 1859 Garibaldi si recò al municipio di Varese e a nome del re Vittorio Emanuele II nominò regio commissario Carlo Carcano ed il sindaco, dichiarato decaduto il governo austriaco e proclamato quello sabaudo, aprì un registro di arruolamento dei Cacciatori delle Alpi.

Garibaldi arrivò a Varese da Sesto Calende, passando per Corgeno, Varano, Bodio, Azzate e Capolago, poco prima della mezzanotte del 23 maggio. Sotto una pioggia torrenziale, un folto gruppo di varesini, guidato dalla Società Filarmonica, andò incontro al generale mentre le campane suonavano a festa.

Garibaldi, che conosceva la città dalla sfortunata spedizione del ’48, si diresse subito al Palazzo Pretorio, sede del Municipio, dove fu accolto sullo scalone dal sindaco Carlo Carcano con queste parole: «Io sono il sindaco, Varese è felice di essere il primo a riceverti. Si entra nella città italiana. Permettimi di baciarti a nome di tutti i miei concittadini”. «E il Guerriero – scrive Della Valle – strinse teneramente al petto il sindaco, e rispose anche lui con un bacio al bacio che gli fu dato». Assicurata l’ospitalità ai suoi Cacciatori alpini, Garibaldi si concesse qualche ora di riposo nella casa del signor Del Bosco, in contrada San Martino.

La mattina del 24 maggio, il generale ritornò in municipio e in nome del re Vittorio Emanuele II nominò regio commissario Carlo Carcano ed il sindaco, dichiarato decaduto il governo austriaco e proclamato quello dei Savoia, aprì un registro dei arruolamento dei Cacciatori Alpini. contemporaneamente istituì la Guardia Nazionale che venne rifornita delle armi portate da Garibaldi. Carlo Carcano sarebbe tornato a podestà il giorno successivo in seguito alle dimissioni dalla carica di regio commissario, funzione esercitata da quel momento in poi dal commissario per la Lombardia Emilio Visconti Venosta.

«L’accoglienza che ricevemmo a Varese la notte che seguì il nostro passaggio (del Ticino, ndr) – scrive Garibaldi nelle sue memorie – è qualcosa di molto difficile da descrivere. Pioveva a dirotto, eppure sono sicuro che al nostro ricevimento non è mancato un solo cittadino, uomo, donna o ragazzo: è stato uno spettacolo commovente vedere persone e soldati confusi in abbracci deliranti”.

(a cura di Fausto Bonoldi per La Varese Nascosta)

 
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