Palermo, quanti errori! Ci sarà molto da cambiare. Le pagelle ironiche di A&F – .

Un miracolo. Ci vuole un miracolo, ma di quelli che Massimo Troisi ha indicato allargando le mani per comprenderne la grandezza. La logica, i numeri, perfino il buon senso ci dicono che stasera non c’è alcuna possibilità di farcela. La probabilità di riuscirci è addirittura inferiore a quella dei tuoi cronisti di vincere un concorso di bellezza. Non è successo nemmeno a noi del Monopoli.

Allora perché siamo seduti qui, davanti alla TV, con una fila di birre fredde, la canottiera e la frittata di cipolle? Non lo sappiamo e non vogliamo saperlo, ma in fondo ci piace ancora vivere così. In conferenza stampa Mignani ha rispolverato concetti cari anche a Oronzo Canà: bisogna fare gol per passare, ma non subito, con calma, altrimenti gli avversari potrebbero incazzarsi per il gol freddo.

Il tecnico rosanero schiera lo schema offensivo che avrebbe dovuto utilizzare all’andata. Meglio tardi che mai. Sulla fascia gioca Di Mariano al posto di Lund mentre entra Insigne per Gomes. Pigliacelli in porta al posto dell’infortunato Desplanches, in difesa c’è Marconi e a centrocampo Segre e Ranocchia. Brunori e Soleri avanti.

Già non ci credevamo ma l’inizio del Venezia ci toglie ogni speranza. Dopo 3 minuti, sul solito tiro da fuori assolutamente salvabile sul quale nessuno sale a pressare, rimaniamo in svantaggio. E beviamo per dimenticare.

Il Venezia è più forte, più concentrato, ci crede molto di più. E può finire male. Alla fine il Palermo tenta la reazione e il portiere del Venezia salva su Segre, a conferma che ci sono portieri in Serie B che ogni tanto prendono palla. Ma non giocano nel Palermo. Il Venezia pareggia le occasioni e Pigliacelli giustifica la sua presenza.

Il primo tempo si chiude con il raddoppio dei lagunari (cliché di fine stagione!) che hanno il pieno controllo e meritano tutto il vantaggio. Un’umiliazione per il Palermo che non ha capito nulla di noi, né all’andata né al ritorno. Per noi solo la voglia di finire il prima possibile e di ritrovarci già all’inizio della prossima stagione.

Speriamo addirittura che il Palermo non torni nemmeno in campo e decide di ritirarsi ma purtroppo i giocatori rosanero si ripresentano e abbiamo anche i 45 minuti aggiuntivi da annotare su un quaderno triste e sgualcito.

Mignani tira fuori dal cilindro Aurelio e Nedelcearu confermando, come avevamo già intuito, che nessuno gli ha spiegato le regole dei playoff. Ma poi ripeto non ci pagano nemmeno per scrivere queste stronzate (legittima richiesta sindacale di fine stagione per noi!) e quindi ci adeguiamo comunque, aspettando che la partita e la stagione calcistica finiscano.

Il secondo tempo non ci interessa e ci perdiamo in mille congetture sulla prossima stagione e il bilancio di quella trascorsa. Non ci serve a nulla ma dobbiamo anche aggrapparci a qualcosa per non impazzire. È solo una tortura e non vediamo l’ora che finisca. Il tempo passa ma non ci interessa più di tanto e non seguiamo nemmeno i cambiamenti perché comunque non servono a nulla.

Intravediamo Traoré in campo e capiamo che comunque non c’è speranza nemmeno vedere un gol. E invece Chaka ci smentisce perché provoca un autogol. Una delle cose più inutili della storia del calcio. Finalmente l’arbitro fischia e mette fine ad una stagione per la quale le nostre aspettative erano sicuramente più alte.

Ci sarà tempo per capire come rimediare agli errori e l’anno prossimo l’obiettivo sarà la Serie A diretta, senza se e senza ma. Ci sarà tanto da cambiare, a cominciare dall’allenatore. Chi pensava che il Palermo fosse una Ferrari in mano al pilota sbagliato (Corini) e che chiunque avrebbe fatto meglio aveva la prova lampante di essersi sbagliato palesemente.

Sicuramente non eravamo una Ferrari ma abbiamo corso i playoff come una Cinquecento scassata con un guidatore ubriaco e mezzo cieco. Stiamo iniziando a invecchiare e sappiamo che ci restano sempre meno stagioni. Speriamo che il prossimo sia quello giusto e, come si dice in questi casi, se non ci incrociamo ci rivedremo a settembre! Forza Palermo!

Pigliacelli 4,5 – L’ultima partita della sua stagione, probabilmente in maglia rosanero, si chiude esattamente con il filo conduttore delle sue prestazioni. Subire un gol dalla distanza è spesso evitabile a causa di errori di piazzamento, reattività o qualsiasi altro motivo. Coerente.

Tombe 4 – Ci aveva ingannato nelle ultime partite e invece non capisce praticamente nulla di noi, tanto che dalla sua parte gli avversari infuriano come se fosse Natale. Sopraffatto.

(dal 1° Aurelio) 4,5 – Non fa praticamente nulla ma non si capisce nemmeno perché sia ​​stato mandato in campo. Inutile.

Lucioni 4,5 – Impegno e determinazione non si possono discutere ma, purtroppo, l’età e gli acciacchi non lasciano scampo a nessuno. Il tempo passa.

Marconi5- L’atmosfera dei play-off sembrava averlo rivitalizzato ma quella dei lagunari lo ha definitivamente affondato. Apnea.

(dal 1° Nedelcearu) 4,5 – Vedi la pagella di Aurelio sopra. Lagnusi (noi).

Diakité 6 – Uno dei pochi a salvarsi in una serata disastrosa se non altro perché non smette mai di spingere dovendo fare il lavoro a due data l’assoluta assenza del compagno di ala. Ovviamente lascia spazi in copertura ma non si può certo chiedergli di fare il lavoro da tre. Sfruttati.

Segreti 6 – Nonostante il modulo incomprensibile messo in campo dall’allenatore rosanero, che lo abbandona tra gli artigli dei centrocampisti veneti, è uno dei pochi a metterci cuore, anima e polmoni e non è un caso che l’unico gol del Palermo sia un gol. suo il colpo di testa sul quale il portiere deve compiere un vero e proprio miracolo. Pilastro.

Rana 5 – Si schiera a 50 metri dall’area avversaria, penalizzandone le iniziative e le potenzialità. Fuori posto.

Di Mariano 6,5 – Non si arrende fino alla fine e lo scatto delle sue lacrime sincere a fine gara non ha bisogno di ulteriori commenti. In movimento.

Insigne 2 – E’ arrivato a Palermo con tantissimo entusiasmo tra i tifosi. Se se ne andrà, come tutti credono, l’entusiasmo sarà molto maggiore. Fallimento.

(dal 11′ Di Francesco) 6 – Quando è entrato in campo la partita era già finita da tempo, eppure si è impegnato fino all’ultimo e ha dimostrato il baratro che esiste con chi ha giocato inspiegabilmente al suo posto nelle due partite più importanti del campionato. Espulso.

Brunori 5 – Il voto per la sua prestazione sarebbe molto più basso ma considerando che è schierato in una posizione e in un ruolo assolutamente incomprensibili ci sembra giusto non esagerare. Emarginato.

(dal 16′ st Mancuso) sv

Soleri 4,5 – Tanta corsa ma poca, pochissima sostanza e sull’unico pallone decente che riesce a calciare in rete tira con la stessa potenza di un ragazzino al primo giorno di scuola calcio. Controllato.

(dal 31′ st Traoré) 6 – Una delle sue giocate provoca l’autogol veneziano che rende vincente il “conto” del vostro amato Cronitifosi, con l’over 2,5, che, ovviamente, era stato giocato con ben altre intenzioni. Si guadagna così la sufficienza ma non si salva da una valutazione negativa della sua militanza in rosanero. Punto Snai.

Mignani 2 – Raramente ricordiamo un cambio di allenatore che abbia avuto un impatto così negativo. Il suo ruolino di marcia, già di per sé negativo, diventa semplicemente obbrobrioso con la lezione di calcio che il suo alter ego sulla panchina veneta gli regala in due partite. Merito anche di alcune sue scelte incomprensibili riguardo al modulo, all’approccio tattico e mentale alla partita e ai giocatori schierati. Fallimento.

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