Clima, vittoria storica dei Paesi insulari davanti a un tribunale internazionale – .

È un vittoria storica quello raccolto dalle nazioni insulari di fronte al Tribunale di diritto marittimo internazionale (Tribunale internazionale per il diritto del mare, conosciuto anche con l’acronimo Itlos). Martedì 21 maggio, il tribunale presieduto da Nazioni Unite si è espresso a favore della richiesta di una coalizione di piccoli Stati insulari. Quest’ultimo rivendicava l’obbligo da parte dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione ONU sul diritto del mare di rafforzare le misure di mitigazione del cambiamento climatico.

Cosa ha deciso il Tribunale Internazionale

Il tribunale – la cui sede è ad Hannoverin Germania – ritiene infatti che il trattato in questione imponga “obblighi specifici al fine di adottare le politiche necessarie a prevenire, ridurre e gestire il impatti sul mare a causa di emissioni di gas serra”. Questa è una decisione che fa bene 169 stati di tutto il mondo. Che ora, secondo la stessa Corte, dovranno fare tutto quanto in loro potere per “raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare la crescita della temperatura media globale a 1,5 gradi centigrado”.

I giudici hanno aggiunto che i governi devono anche “proteggere e preservare gli oceani dagli impatti dell’acidificazione”, oltre a “ripristinare” il file ecosistemi già distrutto. Inoltre, per farlo dovranno affidarsi “ai migliori conoscenza scientifica“, e di essere “diligente” a causa dei “rischi significativi di gravi pregiudizi e irreversibile all’ambiente marino legato alle emissioni di CO2”.

La famosa dichiarazione del ministro di Tuvalu alla Cop26, simbolicamente registrata con i piedi immersi nell’oceano © ministero della Giustizia, della Comunicazione e degli Affari esteri / Facebook

“Senza un’azione rapida e ambiziosa, il cambiamento climatico potrebbe impedire ai miei figli e nipoti di vivere sull’isola dei loro antenati, la nostra casa”, ha commentato Alfonso BrownePrimo Ministro di Antigua e Barbuda.

Le decisioni non sono vincolanti, ma possono avere un impatto sui tribunali nazionali

L’organo giudiziario in questione, tuttavia, non ha alcun potere coercitivo. Le sue frasi sono infatti considerate come dei pareri non vincolanti. C’è però una conseguenza diretta di questa sentenza, legata al fatto che d’ora in poi dovranno farlo i tribunali nazionali interpretare il trattato in questo senso. È possibile, quindi, che possano sorgere azioni legali ciascuna giurisdizione e che per questo possono avere successo.

È proprio per questo motivo che si è parlato dell’alleanza dei Paesi insulari promotori dell’iniziativa “sentenza storica” che ribadisce anche la loro “comando in questa sfida cruciale per il futuro dell’umanità”. il gruppo comprende Antigua e Barbuda, Bahamas, Niue, Palau, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Tuvalu e Vanuatu.

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