Palazzo Sambiasi – Foscarini a Lecce e le sue leggende – .

LECCE – Oggi voglio parlarvi del Palazzo in cui abito e che rientra tra quelli di interesse storico della Città di Lecce: Palazzo Sambiasi – Foscarini, situato al numero 31 di Via Marco Basseo. In origine, sul luogo in questione, conosciuto anticamente come Strada Li Santi, erano presenti alcune capanne e orti. Tutto ebbe inizio nel XVI secolo

la sua costruzione per volere di Scipione Sambiasi da Nardò, in seguito al suo matrimonio con la nobildonna Donata Sombrino. I lavori furono affidati molto probabilmente all’Architetto Militare Giangiacomo dell’Acaya, lo stesso costruttore del Castello di Carlo V a Lecce e della Cittadella Militare fortificata di Segine, ribattezzata Acaya in suo onore, nonché futuro Ispettore Generale delle Fortificazioni dell’Impero. Regno di Napoli.

Nel XVIII secolo Maria, figlia di Ruggero Sambiasi, portò il palazzo in dote al marito e lontano parente Tommaso Sambiasi da Nardò, il quale completò la struttura rifacendo lo scalone nell’inquadratura di alcune porte e finestre, nonché il prospetto al piano nobile, probabilmente opera dell’architetto Emanuele Manieri, come si nota dal balcone a petto d’oca affacciato sul cortile e dalla conchiglia scolpita a destra dell’ingresso dello scalone. I lavori furono completati nel 1835.

Nel 1884 il Palazzo fu venduto ai fratelli Alcide, ufficiale di fanteria, e Amilcare, insigne storico e araldista, Foscarini, entrambi zii della bisnonna materna dello scrittore. Successivamente, rimanendo unico proprietario, Alcide lo vendette alla moglie Vincenza De Giuseppe due anni prima della sua morte, avvenuta il 13 maggio 1909. Attualmente la proprietà del Palazzo è divisa in tre parti di cui la maggiore appartiene ai legittimi eredi. Qui, da Alcide Foscarini e Vincenza De Giuseppe, il 17 gennaio 1886 nacque Rodolfo, illustre medico e ricercatore che ebbe anche esperienza come medico di bordo oltre che come ufficiale sanitario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, il reparto con cui partecipò alla Grande Guerra, e morì a Roma il 26 novembre 1918 a soli 32 anni, colpito dall’epidemia di influenza spagnola mentre si prodigava nella cura degli ammalati e contraeva lui stesso la malattia.

La struttura si sviluppa su due piani con l’aggiunta di alcuni solai su terrazzo e cantine, una delle quali ospita un pozzo dal quale anticamente si soddisfaceva il fabbisogno idrico, direttamente dal fiume sotterraneo leccese: l’Idume. Dal portale d’ingresso bugnato si accede all’androne che, a sua volta, immette in un cortile. A sinistra di chi entra si trovano le antiche scuderie, mentre a destra dell’androne si trova la scala che conduce al piano nobile, dove si possono distinguere una loggia con archi a tutto sesto e il già citato balcone e cassa d’oca disegnati dai Manieri. Questo livello, originariamente costituito da un’unica grande unità abitativa, è oggi suddiviso in più appartamenti.

Ma come tutte le residenze che si rispettino, anche Palazzo Sambiasi – Foscarini nasconde storie di fantasmi e leggende. Ci sono almeno due o tre entità disincarnate che dovrebbero aggirarsi tra le antiche mura, anche se il sottoscritto non ha mai avuto modo di incontrarle, inoltre penso che i vivi siano più pericolosi dei morti. Ma parliamo dei presunti fantasmi: il primo, secondo quanto affermato durante una seduta spiritica alla fine degli anni Sessanta, dovrebbe essere lo spirito di un abate appartenente alla famiglia Sambiasi. Le altre invece si riferiscono ad una triste storia di infedeltà, risalente ai primi proprietari nel XVIII secolo, quando un marito, di cui non si conosce il nome, sorprese la moglie a letto con una serva. Il malcapitato sarebbe finito gettato in un pozzo, mentre la povera fanciulla sarebbe stata murata viva tra le spesse mura del palazzo, dove sarebbe tuttora sepolta… Un’altra leggenda parla di un favoloso tesoro e a questo proposito va detto che, secondo testimonianze tramandate in famiglia, negli anni ’30 del XX secolo, alcuni operai incaricati di eseguire lavori di consolidamento scomparvero apparentemente inspiegabilmente, lasciando l’opera incompiuta… Leggende certo, ma contribuiscono a creare il folclore di un luogo o un edificio…

Oggi la struttura ospita anche un B&B: Palazzo Sambiasi, per chi vuole provare almeno per una notte l’emozione di dormire in un antico maniero nobiliare, tra mobili e quadri d’epoca, e nel cortile un ristorante gourmet dal nome suggestivo Animaterrae , dove potrete gustare prelibatezze esclusive ma, attenzione, non date fastidio ai fantasmi, non tanto adesso ma in un lontano futuro quando anche il sottoscritto vivrà lì come entità disincarnata, come fantasma penso che avrò un po’ carattere particolare…

di Cosimo Enrico Marseglia

 
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