Presentazione Milan-Salernitana | Milano Notte – .

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Siamo finalmente giunti alla fine di una stagione tragica, soffocante, faticosa e deludente sotto tanti punti di vista. Si potrebbe definire una stagione di transizione: ma siamo sicuri che lo sarà davvero? Le stagioni di transizione presuppongono che la transizione sia verso qualcosa di meglio, ma non possiamo essere sicuri che sarà effettivamente così. In estate il Milan è cambiato molto, perdendo un leader indiscusso come Tonali ma rinforzando la rosa con elementi che in più casi ne hanno guadagnato la titolarità, incidendo poi positivamente anche sul rendimento rossonero. Rimangono però ancora alcuni punti irrisolti e zone grigie che dovranno essere definitivamente risolte nella prossima sessione di calciomercato. Ciò che più conta, però, sono le indicazioni tecniche, come ripetiamo da settimane, e su questo non c’è ancora alcuna certezza.

O meglio, l’unica certezza è l’addio di Pioli, un addio dolceamaro. L’allenatore del Parma è stato, secondo me, fondamentale per la rinascita del Milan. È vero che negli anni, dopo la fine dell’era Berlusconi, sono stati fatti acquisti importanti come quelli di Theo, Leao, Calhanoglu, Kessie, Bennacer ai quali quelli di Tomori, Maignan, Giroud, Tonali, ma elementi di valore sono veramente preziosi solo se realizzati per funzionare al meglio. Da qualche tempo Pioli ci è riuscito. Ha portato ordine dove non c’era, ha reso coeso un gruppo vacillante, ha gestito situazioni complesse, a volte sfruttando al meglio ciò che si poteva ottenere, ma troppo spesso ha mancato l’ultimo miglio, soprattutto in Europa. In Italia è arrivato l’inaspettato Scudetto del 2022, frutto di un’unione di intenti rara da trovare negli ultimi anni, ma forse troppo poco per quello che si sarebbe potuto ottenere con un pizzico di cattiveria, lucidità e maturità in più. Forse non in Serie A, dove Inter e Napoli hanno fatto la loro gara nelle ultime due stagioni, ma si poteva fare di più in Coppa Italia e Supercoppa un anno fa. Pioli chiude un ciclo lungo 5 anni, con una media punti altissima nella storia del Milan, ma con un solo trofeo e diversi rimpianti. Naturalmente vedremo cosa saprà fare il suo successore, chiunque egli sia. Non si può certo negare che, tutto sommato, l’allenatore lascia un Milan nettamente migliore di quello che ha preso, e questo almeno secondo me va riconosciuto.

Insieme a Pioli se ne vanno anche Giroud e Kjaer, due giocatori fondamentali negli ultimi anni. Il primo sempre in campo, il secondo prima sul rettangolo verde e poi come punto di riferimento per i più giovani. Il francese in particolare avrà un posto speciale nei ricordi dei tifosi: così come quello del 1999 fu (anche) lo scudetto di Oliver, quello del 2022 sarà ricordato come (anche) quello di Olivier. Personalmente non avrei mai immaginato un impatto così importante da parte del francese, che arrivò a Milano a 35 anni e fu quasi costretto a giocare da titolare per tre stagioni intere, ripagando con gol e onorando la maglia la fiducia conquistata. Alla fine i gol segnati sono stati 48 in 130 presenze (aspettando stasera), non male. I due nel cruciale Derby di ritorno del 2022, i due del sigillo a Reggio Emilia, quello nell’1-1 di Roma contro la Lazio e tanti altri rimarranno nella sua memoria. Era un numero 9 come non ne avevamo da tempo.

Stasera la resa dei conti finale contro la Salernitana per questi tre uomini che, più o meno, nel bene e nel male, hanno segnato una piccola ma grande fase della storia del Milan. Qualunque cosa tu pensi, penso che un grazie sia doveroso. Probabile formazione (433): Porta; Calabria, Tomori, Gabbia, Theo; Musah, Bennacer, Reijnders; Pulisic, Giroud, Leao.

Forza Milan!

Favoloso

 
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