“Simulare una ricarica”, così i finti tecnici hanno truffato un tabaccaio: 5 condannati – .

“Simulare una ricarica”, così i finti tecnici hanno truffato un tabaccaio: 5 condannati – .
“Simulare una ricarica”, così i finti tecnici hanno truffato un tabaccaio: 5 condannati – .

“Al telefono la voce femminile che mi ha chiamato sembrava una professionista, mi ha detto che era un’impiegata degli uffici amministrativi di Lottomatica e se non avessi seguito subito i passaggi mi avrebbero tolto il servizio. Ho dovuto inserire dei codici, non pensavo che fossero invece somme in denaro.” È questa la testimonianza resa da un tabaccaio di Fabriano, in provincia di Ancona, che è stato truffato di 11mila euro.

Il negoziante, riferisce AnconaToday, è stato ascoltato in tribunale, davanti al giudice Pietro Renna, nel processo per associazione a delinquere a carico di 5 persone, due donne e tre uomini tra i 24 e i 48 anni, residenti tra Caserta e Napoli, difesi dagli avvocati Giuseppe Cutrona e Gennaro Belvini.

Il 22 settembre 2022 la tabaccaia aveva ricevuto una telefonata da un presunto tecnico che le aveva spiegato che il sistema utilizzato per ricaricare le carte telefoniche, Postepay e anche per pagare le multe aveva causato problemi e che quindi erano in procinto di cambiare it e quindi è stato necessario effettuare dei test per vedere se il sistema funzionava oppure no. “Sono solo simulazioni signora, non si preoccupi, non ci saranno accuse” l’aveva rassicurata. Ha poi ascoltato i passi da compiere che una donna, al telefono, le diceva di seguire. In pochi minuti, con una decina di inserimenti di numeri che pensava fossero codici, si è vista prosciugare il conto di 11mila euro.

“Ho capito che si trattava di una truffa – ha detto il tabaccaio in aula – quando a un certo punto il sistema si è bloccato perché inserendo i codici che mi aveva dato la donna non mi permetteva di proseguire. Avevo esaurito il conto disponibile. Lì ho capito che quelli erano soldi che autorizzavo a pagare, non codici, ma ormai era troppo tardi”. Una volta denunciati i fatti alla polizia è stata avviata un’indagine che ha portato a rintracciare un piccolo gruppo di persone campane, tutte originarie di Napoli e Caserta. Il ricavato delle simulazioni di ricarica sarebbe finito sulle loro carte postepay. Accuse respinte dagli imputati. Una delle sue 5 in quel momento aveva perso la carta e si era ritrovata con importi che non avrebbe mai utilizzato. Lei ha sostenuto ieri la difesa dell’avvocato Cutrona, pronto a restituire anche la somma. Il giudice ha condannato tutti a sei mesi di carcere.

 
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