“Giocheremo la partita della nostra vita e poi vedremo la Fiorentina” – .

Alla vigilia della sfida contro l’Atalanta che potrebbe valere il nono posto (che potrebbe portare alla Conference con il trionfo della Fiorentina in finale), l’allenatore del Torino Ivan Juric ha parlato in una conferenza stampa.

Hai visto l’Atalanta in finale?
“È stata una partita molto dura, loro sono stati molto bravi in ​​difesa e in attacco sono stati cinici e decisivi. Hanno giocato una finale perfetta”

Che ne dici di Bellanova, Buongiorno e Ricci in Nazionale?
“Soddisfazione e orgoglio, hanno tante possibilità di andare. Era da tanto che tre giocatori del Toro non andavano agli Europei, dobbiamo esserne tutti orgogliosi”

Qual è l’obiettivo di domani?
“L’obiettivo è vincere, ce lo siamo posti. Contro il Milan, una grande prestazione sotto tutti i punti di vista, vogliamo ripeterci e vedere cosa succede con la Fiorentina”

In infermeria?
“Manca Rodriguez, non può giocare dall’inizio per un problema alla caviglia. Ma lo porto, vedremo se potrà essere utile nella partita in corso. La formazione è la stessa del Milan, ero soddisfatto di tutti. Vorrei ripetere la stessa squadra eliminando Rodriguez”

Pensi di attaccare subito l’Atalanta? Forse sarà un po’ stanca…
“Nel corso degli anni ho sempre avuto la stessa interpretazione. Giocheremo come sempre, facendo il nostro calcio, cercando di prevalere nei contrasti e nel gioco. Hanno tanti giocatori da cambiare e avvicendare, se non gioca Zappacosta c’è Holm. Sarà difficile perché loro hanno entusiasmo, noi dobbiamo avere tanta voglia di fare risultati”

In che stato d’animo si trova?
“Lo stato d’animo è preparare la partita, provare a vincere. Sono molto contento di quello che abbiamo fatto, sarebbe la ciliegina sulla torta vincere e fare più punti rispetto allo scorso anno. Penso solo a sfruttare al meglio la partita”

Hai sentito Gasperini dopo la finale?
“L’ho sentito prima della partita, sa quanto sono felice per lui e quanto significa per me”

Cosa manca al Torino per provare a emulare l’Atalanta?
“Tutto parte dal settore giovanile, Gasperini ha riconosciuto la forza dei giocatori e hanno fatto tante plusvalenze e grande capacità di reinvestire bene, costruire lo stadio e il centro sportivo. Il primo impulso sono stati gli investimenti del settore giovanile che hanno portato tanti soldi per rinnovarci bene. La famiglia e Gasperini vanno d’accordo, questo è quello che penso. In questi tre anni abbiamo fatto passi molto importanti, a prescindere dai risultati abbiamo giovani interessanti ed è un buon punto per crescere ulteriormente”.

Qual è il tuo consiglio per Il Cairo?
“Non gli dico niente. Se vendi devi essere bravo a comprare giocatori forti e ricostruire, oppure se vuoi tenerli devi prendere altri giocatori e sulla carta diventi più forte. Ma dipende anche se i giocatori vogliono restare”

Hai qualche rimpianto per non aver compreso appieno il Toro?
“Il Toro è un’altra cosa, lo penso anch’io. Non può essere così, è così. Non ho rimpianti, ma tanto orgoglio anche se non è andato tutto bene. Forse anche per la troppa emotività. Ma ha fatto un lavoro eccezionale per quello che abbiamo trovato e quello che lasciamo, ma c’è un disprezzo enorme da parte dei giornali. E abbiamo bisogno di una grande unità da parte di tutti i partiti, questa possiamo dire che è mancata. È un peccato fare un passo avanti e invece tornare indietro: qui tutti mantengono le proprie posizioni e si scagliano a vicenda, creando negatività. Avremmo visto un Toro diverso, con una positività diversa. Sul lavoro devo dire che è stato eccezionale e oltre ogni immaginabile”.

Chi ha avuto meno spazio può giocare?
“Facciamo la partita della vita, non penso nemmeno a fare queste valutazioni. Non è una passeggiata nel parco”

È un addio o un arrivederci?
“Non so se ho lasciato il segno. È vero che non abbiamo sperimentato l’enorme gioia ed era vicina, ma il viaggio era pieno di insidie ​​e di cose che si potevano fare. Adesso voglio vincere, che i ragazzi dimostrino la loro crescita e poi vedremo altre cose”

Andrai in Italia o all’estero?
“Non lo so, dobbiamo valutare tutte le cose”

 
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