al Festival dell’Economia si fotografa il mondo del volontariato – .

Chiara Tommasini, presidente di CSVnet, l’associazione nazionale dei centri di volontariato, fotografa il mondo del volontariato in Italia: “Gli ultimi dati del censimento Istat paradossalmente dipingono un calo della partecipazione dei volontari alle organizzazioni organizzate di oltre il 15% , in realtà l’indagine si riferisce al 2021 ovvero l’anno in cui eravamo praticamente ancora in pandemia e quindi ha fotografato un momento di forte crisi. Oggi assistiamo, in reazione a questi dati, ad una forte crescita del volontariato, soprattutto quello non organizzato, quello più spontaneo, di chi non ha tempo per impegnarsi con continuità all’interno di un’organizzazione. Un movimento, soprattutto tra i giovani, che si impegna, che aiuta e che si forma soprattutto in casi di emergenza come la crisi in Ucraina o le emergenze climatiche degli ultimi anni. Pensiamo tutti alla mobilitazione che ci fu per aiutare l’Emilia Romagna l’anno scorso. Oggi il volontariato cambia pelle, si aggiorna per rispondere in modo più incisivo ai bisogni sociali e assume forme nuove che noi professionisti osserviamo e cerchiamo di capire come sostenere”.
Il vicepresidente vicario di ITAS Mutua ha portato il suo saluto, spiegando come Itas non poteva mancare nel cammino di Trento come capitale europea del volontariato; i volontari danno densità sociale, costruiscono un’identità collettiva e l’Itas è parte di questa storia da 200 anni, ha concluso. Anche il sindaco di Trento è intervenuto e ha commentato come questi incontri e approfondimenti ci portino a riflettere e a darci consapevolezza di cosa significhi dare valore a un’azione, creare comunità e spendersi per essa.
C’è stato poi spazio per un approfondimento con Lejla Šehić Relić, presidente del Centro per il Volontariato Europeo (collegato da remoto) che si è soffermato sul merito e sul ruolo di Trento come capitale europea del volontariato. Šehić Relić ha poi evidenziato il potere trasformativo del volontariato, come esso incoraggi la democrazia e lo sviluppo locale e come possa anche promuovere e stimolare nuove competenze, sempre più richieste dal mondo del lavoro.
Ericka Costa dell’Università di Trento ha parlato di consapevolezza e certificazione di competenze, prezzo e valore, anticipando i risultati di una ricerca in corso da UNITN – dipartimento di economia e management, dipartimento di psicologia – CSV Trentino e Comune di Trento sugli aspetti economici, impatto sociale e culturale del volontariato. “Finora il volontariato è sempre stato misurato soprattutto per il suo impatto economico. La nostra ricerca ci fa comprendere quanto il volontariato possa contribuire allo sviluppo delle life skills delle persone che sono sempre più richieste e utilizzate nel mondo del lavoro. Il volontariato crea reti e relazioni di solidarietà e ha una dimensione fortemente sociale e psicologica. Ciò che emerge dalla ricerca è che il volontariato permette lo sviluppo di competenze trasversali, quelle che oggi le aziende chiedono: problem solving, capacità di gestire picchi di lavoro, stress, burnout”.
Infine, ancora Tommasini sul riconoscimento di Trento come capitale italiana ed europea del Volontariato: “È stato il risultato di un grande lavoro che ha coinvolto non solo il CSV di Trento ma l’intero sistema dei centri di volontariato. Un percorso in cui il volontariato si è dimostrato capace di ricucire e soddisfare i bisogni del Paese. Il titolo di Capitale italiana europea del volontariato valorizza la promozione del sostegno a esperienze di solidarietà da parte dei cittadini in Italia, modello fortemente riconosciuto anche all’estero”.
Modera Alessia Tripodi, giornalista editoriale web – Il Sole 24 Ore.

I dati
In Italia sono attive 363.499 istituzioni non profit che impiegano complessivamente 870.183 persone. Tra il 2019 e il 2020 gli NPI sono cresciuti dello 0,2% (nel 2019 erano 362.634), meno di quanto registrato tra il 2018 e il 2019 (+0,9%). Considerando il censimento del 2001, quando erano poco più di 235mila, si registra una crescita costante negli anni e con ritmi abbastanza regolari. Rispetto al 2015, infatti, cresce l’incidenza degli INP molto piccoli, con uno o due volontari (che nel 2015 era pari al 7,9% del totale) e diminuisce la quota degli INP medio-grandi (con volontari tra i 20 e i 20 anni). e 49) e grandi (con 50 volontari e più). Nel 2021 gli Enti che si avvalgono dell’attività gratuita dei volontari e i volontari stessi si concentrano nei settori delle attività culturali e artistiche; Gli sport; Ricreative e socializzanti, che insieme aggregano il 65,2% degli istituti con volontari e il 54,5% dei volontari. Seguono i settori dell’Assistenza Sociale e della Protezione Civile (con il 10% delle istituzioni e il 14,7% dei volontari), Sanità (con il 4,4% delle istituzioni e il 9,8% dei volontari) e Religione, (con il 3,9% delle istituzioni che si avvalgono di 6,5% dei volontari attivi nel settore).

Volontari – Genere
I volontari sono per il 57,5% uomini (2,69 milioni) e per il 42,5% donne (1,92 milioni). Rispetto al genere, il calo del volontariato organizzato è evidente per entrambe le categorie ma le donne risultano più attive (-13,0% delle volontarie rispetto a -17,6% dei volontari).

Focus regionale
Pur essendo cresciute maggiormente al Sud rispetto al 2018, le INP hanno una distribuzione territoriale piuttosto concentrata: oltre il 50% è attivo al Nord, il 22,2% al Centro, il 18,2% e il 9,4% rispettivamente al Sud e nelle Isole. A livello regionale spicca la Lombardia, con 811mila volontari. La doppia regione è Veneto (424mila), Toscana (418mila dove il CSV Toscana segnala una perdita di 60mila unità), Emilia (413) e Piemonte (410). Fanalino di coda è il Molise, con 23.706, visto che, però, opportunamente rapportato a quello dei 305mila abitanti, mostra come la regione possa contare su un occupato ogni 12,89, un valore leggermente superiore a quello della Lombardia (12,33).

 
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