«Mi hanno rotto il naso a pugni, ecco cosa è successo» Il Tirreno – .

«Mi hanno rotto il naso a pugni, ecco cosa è successo» Il Tirreno – .
«Mi hanno rotto il naso a pugni, ecco cosa è successo» Il Tirreno – .

LIVORNO. «Mi hanno picchiato a morte senza motivo. Follia. Queste due persone mi hanno seguito in macchina dopo aver effettuato un sorpasso sulla Variante, un sorpasso normalissimo, poi una volta fermati lungo Viale Carducci, in un parcheggio, mi hanno impedito di scappare colpendomi con tre pugni e minacciando l’amico che era con me con un coltello. Poi hanno danneggiato l’auto, acquistata a gennaio, piegando la portiera e rompendo tutte le leve e gli indicatori del volante. Sono persone pazze”. A parlare dopo la clamorosa aggressione avvenuta sabato scorso (18 maggio) in viale Carducci, non lontano dalla stazione ferroviaria, è un ventiseienne livornese che chiede l’anonimato per timore di ritorsioni. Il ragazzo, mentre era in compagnia di un amico, è stato raggiunto da due persone (entrambi albanesi, secondo una prima ricostruzione) «visibilmente sotto effetto di stupefacenti, animate da una violenza ingiustificata e inaudita, che dal nulla mi hanno picchiato , rompendomi il naso. Ma poteva andare molto peggio, avrebbero potuto uccidermi”.

Puoi dirci cosa è successo?

«Erano le 4 di domenica scorsa, io e il mio amico stavamo tornando a casa. In una variante incrociamo un’auto, un’Audi A4. Un sorpasso normale, veloce, ma che non ha comportato alcun rischio per la sicurezza. Non mi ero accorto che questa macchina ci seguiva, dato che ho semplicemente preso l’uscita a quattro corsie in direzione Livorno centro e poi ho preso la strada di servizio. Una strada normale, che avrebbero potuto percorrere anche loro, ma poi hanno bloccato ogni via di fuga, impedendoci di scappare. Per lasciare sotto casa il mio amico, che alloggia lì, mi sono fermato accanto alla saracinesca del centro Tim, vicino all’incrocio con via Tiberio Scali, quando ci hanno affiancato impedendoci di proseguire. Un’imboscata”.

E il pestaggio è avvenuto.

«Senza dire nulla, il passeggero dell’Audi A4 è sceso e mi ha dato tre pugni in faccia. Non mi ha dato nemmeno il tempo di rendermi conto di cosa stava succedendo. L’altro, l’autista, ha raggiunto il mio amico. Quest’ultimo però è un ex pugile, era di guardia, quindi lo sconosciuto ha tirato fuori il coltello.

Poi?

«Sono riuscito a scendere dall’auto, visto che quando sono stato investito ero dentro con il finestrino semiaperto, a causa del caldo, e sono scappato verso il centro del viale. Ho iniziato a urlare, diverse persone si affacciavano ai finestrini e nel frattempo questi delinquenti hanno distrutto la mia macchina prendendola a calci, piegando una portiera e rompendo gli indicatori di direzione e le leve interne. Ho gridato “Sei fuori di testa”, “Non ha senso”, svegliando anche diverse persone che abitano nei palazzi della zona. Poco prima, mentre scappavo, sono stato nuovamente preso a pugni. Violenza inaudita, senza alcuna giustificazione”.

Non conoscevi queste persone?

“Mai visto prima. Ho superato quella macchina solo in Variante. Normalmente lo ripeto. Non ci sono stati rischi di incidenti o problemi di sicurezza durante la manovra”.

Poi è arrivata la polizia dopo?

«L’abbiamo chiamata. Io e il mio amico, subito dopo aver parlato con gli agenti, siamo andati al pronto soccorso. Alla polizia ho detto la verità: cioè che non avevo mai visto prima questi individui e che mi sembravano albanesi. Secondo me, gliel’ho anche detto, erano sballati perché erano fortemente sotto l’effetto di droghe. Questa città non è sicura, ogni giorno c’è un problema. Per fortuna sono riuscito a ricordare a memoria la targa e l’ho raccontata alle persone giuste per le indagini, visto che ho sporto denuncia. Ma dirò di più…”.

Per favore.

«In ospedale abbiamo incontrato due addetti alla sicurezza di un locale di Livorno, aspettavano di essere visitati insieme a noi. Quando mi sono avvicinato per parlare con loro, mi hanno spiegato che erano stati aggrediti alle spalle, senza motivo, da due stranieri sulla quarantina. Non c’erano state discussioni, tra l’altro li stavano facendo entrare. L’età ritorna, sarebbe loro. Avevano ferite sul viso, credo che li abbiano colpiti in faccia con i tirapugni. Cose inaudite.

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