In due mesi l’eliambulanza Nibbio ha effettuato 100 voli per le emergenze in Umbria – .

In due mesi l’eliambulanza Nibbio ha effettuato 100 voli per le emergenze in Umbria – .
In due mesi l’eliambulanza Nibbio ha effettuato 100 voli per le emergenze in Umbria – .

Di questi, 78 sono stati completati con successo, a dimostrazione dell’efficacia e della tempestività di questo innovativo servizio di emergenza

Cento interventi in 70 giorni, più di uno ogni 24 ore. È questo il bilancio del Nibbio, l’elisoccorso umbro decollato l’altro ieri per effettuare il centesimo intervento dalla prima missione di soccorso effettuata lo scorso 3 marzo. È volato verso Spoleto per soccorrere un uomo di 60 anni caduto da cavallo ed è stato trasportato all’ospedale di Perugia.

Dei cento soccorsi, 78 hanno avuto successo e 22 sono stati annullati a causa delle avverse condizioni meteorologiche o dell’intervento immediato dei servizi di soccorso terrestre e quindi non più necessari. Sempre su cento interventi, 75 sono stati effettuati nella provincia di Perugia e 25 in quella di Terni. Dei 78 interventi di soccorso portati a termine con successo, 66 sono stati interventi primari e 12 interventi secondari che hanno comportato il trasporto sanitario di pazienti ricoverati da un ospedale all’altro, di cui 6 fuori Umbria.

“Abbiamo soccorso 33 pazienti traumatizzati, 41 con patologie mediche, 2 ustionati e 2 annegati dal Nibbio – spiega Francesco Borgognoni, direttore del Centro unico regionale 118 –. Tra questi abbiamo avuto solo 5 figli. Sono state 15 le missioni in zone impervie, attivando la speciale procedura di salvataggio con il verricello, discesa e risalita della barella e del doppio soccorritore, oppure la discesa degli operatori sanitari in hovering. Questa manovra speciale – continua Borgognoni – consiste nel parcheggiare l’elicottero in volo e prevede l’appoggio a terra di un solo pattino. Questa tecnica di volo viene utilizzata solo in situazioni particolari e quando non è possibile eseguirne altre. La manovra comporta rischi elevati, soprattutto nella discesa e nel recupero delle persone”. Alle missioni di soccorso collabora attivamente anche lo staff tecnico del Sasu – Soccorso Alpino Speleologico Umbria – presente a bordo del Nibbio.

 
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