Direttori Asl, la Lega tenta il golpe. In Piemonte l’alta tensione con FdI – .


Stefano Rizzi 07:00 sabato 25 maggio 2024

Icardi vuole nominare tre dirigenti prima del voto di giugno, Marrone e fratelli alzano le barricate. Scazzi con sullo sfondo una strategia del partito di Salvini. Cirio per le proroghe. Lunedì si deciderà tutto in consiglio. E i manager con le scadenze in scadenza sono in fibrillazione


Ultimo tango con casquè per i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere di Piemonte. E cosa che rischia di far ballare, anche se non traballare, il consiglio regionale nella sua ultima sessione di legislatura, prevista per lunedì prossimo. Sarà lì, infatti, che si dovrà svelare la chiave di una matassa preparata con cura dal governatore Alberto Cirio e che, più o meno all’improvviso, il Lega come un gatto dispettoso e forse un po’ famelico che avrebbe preso a ingarbugliare.


La questione è quella dei leader dell’ Asl E Così in scadenza in tale periodo al momento del rinnovo del governo regionale. La questione sembrava risolta con l’annuncio, in più occasioni, da parte dello stesso governatore con la decisione, formalmente condivisa dall’intera maggioranza, di prorogarli tutti fino alla fine dell’anno. Una scelta dettata dall’opportunità di non effettuare nuove importanti nomine poco prima del voto, nonché dalla necessità che gli attuali direttori generali completino i propri obiettivi (soprattutto quelli economico-finanziari), evitando di dividere ciò che resta tra vecchi e nuovi manager dell’anno in corso.


Sembrava ed in effetti era un percorso delineato e senza ostacoli, nemmeno quelli che si potevano prevedere in alcuni casi in cui gli attuali direttori generali sono alla soglia della pensione e quindi non più rinnovabile. A confermarlo, la proroga stabilita dalla giunta pro Gianfranco Zulian che resterà al timoneAou Maggiore della Carità di Novara fino al 31 dicembre, anche se il suo caso presenta alcune differenze. Zulian, infatti, non è ancora in pensione ed essendo inserito nell’albo nazionale degli idonei al ruolo di direttore generale fino al 2026, potrà virtualmente essere rinominato per un ulteriore mandato.

Tutto secondo i piani finché, nei giorni scorsi, non arriverà il futuro azionista di maggioranza della prossima legislatura Fratelli d’Italiaalzò le antenne e anche i capelli nel percepire sempre più chiaramente le intenzioni dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi. L’uomo che, in questi cinque anni, ha rappresentato la Lega nelle più importanti competenze della politica regionale, avrebbe messo sul tavolo l’intenzione di sostituire i tre direttori generali, ormai ufficialmente in pensione, con altrettanti dirigenti da assumere con contratto da sottoscrivere in scadenza e, quindi, prima della votazione.


Nello specifico, queste sono le posizioni attualmente occupate da Angelo Pescarmona AAsl To5, Maurizio Dall’acqua al Mauriziano e da Massimo Veglio AASL Cuneo2 (quello di cui lo stesso Icardi è dipendente in aspettativa), anche se nel gruppo ma con scadenza poco successiva c’è anche il direttore generale dellaASL Asti Francesco Arena. Questi, insieme agli altri dirigenti non toccati dal limite di età pensionabile, dovrebbero continuare nel loro incarico fino a Capodanno con il rinnovo (o eventuali conferme) da parte del prossimo consiglio regionale e, su indicazione, del futuro assessore alla Sanità. Almeno stando a quanto annunciato da Cirio, che è facile immaginare non avrà accolto con entusiasmo lo sfogo di Icardi, dietro il quale l’alleato “fraterno” non nasconde di vedere un piano e un impulso politico proveniente dalle alte sfere del partito. Di Matteo Salvini, senza però fornire una motivazione chiara, se non quella di costruire un ridotto sanitario in previsione di un’inversione di pesi che emergerà dal voto. Comunque sia, nelle ultime ore è aumentata la tensione tra i due partiti.


Se giuridicamente impeccabile, la nomina nell’articulo mortis di nuovi direttori generali, politicamente suona a dir poco come una discordanza e, nientemeno, una forzatura rispetto allo scenario futuro che, se regala ora al centrodestra una vittoria quasi ovvia, delinea, infatti, scenari diversi e pesi contrapposti tra Lega e Fdi rispetto a quelli attuali. Ufficialmente Icardi solleverebbe dubbi sulla proroga, ricordando possibili rischi di violazione della legge Madia, anche se questa linea stride un po’ con la recentissima proroga attribuita a Zulian. Tanto che nelle accese discussioni delle ultime ore, sempre da parte del consigliere leghista, è stata avanzata l’ipotesi di collocare commissari per le aziende gestite da “pensionati”. Superare i commissariamenti, cioè affidare quel ruolo a manager che già gestiscono un’altra azienda.


Il nodo, come attesta il confronto con il collega dell’ FdI Maurizio Marrone e con gli altri componenti di una maggioranza che non ha ancora portato ad una soluzione condivisa, resta tutto da risolvere. Nel partito di Giorgia Meloni la sensazione che la Lega stia preparando una prova di forza è chiara e gli elementi di sostegno non mancano. Così come non è da escludere che un eventuale braccio di ferro su questi tre casi possa coinvolgere anche gli altri direttori generali in scadenza di contratto e che, complice l’assenza della trappola anagrafica, prendono ormai per scontata la proroga fino alla fine dell’anno. E, trascorso la notte, aspirano alla riconferma assicurando ossessivamente la loro presenza a tutti gli eventi elettorali del centrodestra. Cirio non li aveva voluti, i direttori generali già pronti a mettersi in prima fila alla presentazione del suo programma sanitario, «Devono essere manager e non sostenitori dei politici, anche se hanno chiesto di esserci», aveva detto. Nella stessa occasione, ribadendo le proroghe dei dirigenti, aveva escluso le nomine fino alle elezioni, perché “non sarebbe grave”. Con questa linea, sostenuta in modo più convincente e conveniente da Fratelli d’Italia, il presidente aprirà la riunione di lunedì. Poi resterà da vedere se la Lega, con il suo assessore alla Sanità e gli altri che compongono la delegazione salviniana nell’esecutivo, tenterà il colpo di mano, oppure la coda.

 
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