Lo scrittore sassarese Mangione e il gioco di parole nel suo libro – .

Il libro di Vincenzo Mangione.

Nell’ambito della recensione “Maggio dei libri” organizzato dall’associazione “Ma…donne”, il libro “Scrivo mentre mangio” di Vincenzo Mangione. Il libro è una sorta di diario di bordo di un viaggio attraverso tre decenni di pensieri, sensazioni e riflessioni, raccolti in quattro contenitori distinti che riflettono le diverse pubblicazioni che hanno ospitato le parole dell’autore nel corso degli anni.

Nella prima sezione, intitolata “Antipasti”, l’autore trae spunto dai suoi scritti presenti nel suo blog “entelechia”, offrendo un assaggio delle sue riflessioni più interiori esplorando temi che rispecchiano la sua visione filosofica e personale sul mondo. La seconda sezione, denominata “Primi piatti”, raccoglie gli articoli pubblicati sul settimanale diocesano “Libertà”. Qui l’autore affronta principalmente argomenti legati alla fede e alla spiritualità. Il terzo contenitore, “Secondi piatti”, contiene contributi originariamente pubblicati sul blog “pAintus” incentrati sulla comunicazione creativa e sull’esplorazione del mondo dell’arte, della cultura e dell’innovazione. La quarta sezione”Caffè e digestivi” comprende articoli pubblicati sul settimanale “Il Caffè”, che affrontano attualità, letteratura e cultura, con sguardo critico e riflessivo.
Infine, l’autore arricchisce la raccolta con quattordici racconti che costituiscono l’ultimo contenitore denominato “dolci fatti in casa”. Queste storie offrono un’ulteriore prospettiva sulla sua esperienza e narrativa, con a tocco di creatività e immaginazione.

Il titolo “Scrivo come mangio” è un gioco di parole che rispecchia l’irrefrenabile passione dell’autore per la scrittura collegandola ironicamente al suo cognome. E così i capitoli del libro hanno nomi coerenti con il titolo strutturato come il menu di un ristorante invitando il lettore a gustare le sue parole con la stessa curiosità e piacere con cui si gusta un buon pasto aggiungendo un elemento di originalità e familiarità alla struttura della collezione.

Ogni oggetto, come suggerisce il sottotitolo, nasconde una parte dell’autore che si rivela solo a chi è disposto a leggere tra le righe, andando oltre i margini del testo. Nel volume “Scrivo come mangio” presentato al pubblico, troviamo una sua selezione pensieri e riflessionicatturato in tre decenni.

 
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