“Almeno 80 milioni di danni a frutteti, vigneti e grano” – .

“Almeno 80 milioni di danni a frutteti, vigneti e grano” – .
“Almeno 80 milioni di danni a frutteti, vigneti e grano” – .

“Il forlivese è stato colpito più volte da grandinate e piogge intense nel mese di maggio: gli effetti dei cambiamenti climatici continuano ad avere un impatto molto pesante sul settore primario e il bilancio di questi eventi avversi è davvero doloroso: a livello provinciale stimiamo danni in 80 milioni di euro”. Lo afferma Alberto Mazzoni, presidente del Consiglio di Confagricoltura di Forlì e vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini.

“Già nei giorni scorsi, dopo le prime grandinate, i tecnici di Confagricoltura sono stati sul posto per verificare i danni provocati dalle grandinate di inizio settimana, concentrate soprattutto a Villafranca, dove si sono verificati frutteti che hanno perso l’80% della produzione; e in misura minore a Villagrappa e Villanova, dove oggi la grandine ha colpito violentemente, azzerando la produzione di frutti. Oggi, inoltre, la grandinata ha interessato un territorio molto più vasto, arrivando fino a Cesena: un fenomeno di notevole rilevanza accompagnato da una pioggia davvero violenta. I danni sono sui frutteti, ma anche sulle vigne e poi sul grano: sdistese al suolo dal vento e con tutta quest’acqua aumenta il rischio di attacchi di muffe e funghi. A questo bollettino si aggiungono i danni del 20 aprile avvenuti nel territorio di Longiano”.

Di fronte a questa situazione, una riforma della gestione del rischio in agricoltura è inevitabile. “È quello che chiediamo da tempo – rimarca Mazzoni – I fenomeni estremi sono sempre più violenti e soprattutto più frequenti, anche i cittadini si saranno accorti che i chicchi di grandine che cadono sono molto più grandi di quelli a cui eravamo abituati in passato. Ebbene, è facile immaginare gli effetti di questi proiettili sui nostri raccolti. Di fronte a questi episodi, anche i sistemi di difesa attivi vanno in crisi, abbiamo visto le reti antigrandine crollare a causa del peso del ghiaccio che si era accumulato. Diventa poi sempre più difficile per gli agricoltori assicurarsi, le aziende tendono ad avviare campagne assicurative sempre più tardi, con criteri penalizzanti e costi altissimi, ma c’è anche il problema della caduta dei contributi pubblici. Il sistema va quindi riformato perché la tradizionale difesa passiva come la conosciamo non è più adeguata, mentre il nuovo fondo Agricat riguarda solo eventi catastrofici (gelo/gelo, alluvioni e siccità) – conclude Mazzoni – Chiediamo alla politica l’attenzione che ha già ricevuti in passati eventi catastrofici, perché ci sono aziende che si ritroveranno praticamente senza produzione e senza ricavi”.

 
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