Salvini e Ceccardi sfidati a Prato da “Non una di meno” – .

Salvini e Ceccardi sfidati a Prato da “Non una di meno” – .
Salvini e Ceccardi sfidati a Prato da “Non una di meno” – .

«Vorrei parlare con chi ha in mano il cartellone “Jesus is trans”, per capire che idea di futuro ci può essere». Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è entrato da una porta secondaria del pub Hop’N Drop di Prato, dove era atteso per presentare il suo nuovo libro “Controvento. L’Italia che non si arrende” e sostenere il candidato sindaco del centrodestra Gianni Cenni.

In effetti era lì ad aspettarlo una protesta del gruppo locale del movimento femminista e transfemminista Non una di Meno, in tutto una trentina di persone. Insieme a lui anche l’eurodeputato, sempre leghista, Susanna Ceccardi.

I manifestanti hanno lanciato slogan contro il fascismo, ma anche contro le morti sul lavoro e per la Palestina libera. È stato eretto un cartello con l’iscrizione “Trans Jesus è morto per la nostra libertà”, che ha attirato l’attenzione di Salvini, tanto da averlo citato e criticato nel corso del suo intervento: «Vorrei fare un dibattito con chi regge il manifesto. È un sintomo, come quello di ieri nella scuola di Treviso che ‘ha espulso Dante Alighieri perché islamofobo’, di quello che considero un suicidio culturale”.

Ceccardi, invece, ha tentato di avvicinarsi ai manifestanti, che sono stati tenuti a distanza dalla polizia, ma non è stato possibile. «Sei un burlonenon vogliamo fascisti a Prato” le urlava tra fischi e altri insulti.

«Quando ho visto i manifestanti mi sono avvicinato a loro per cercare un confronto e capire il loro punto di vista, chiedendo loro di spiegarmi cosa intendessero con quei cartelli su cui sono scritte le parole “Trans Jesus è morto per la nostra libertà” e “Scuole chiuse per il Ramadan , non per Natale. Purtroppo sono stata inondata di insulti, minacce, un manifestante voleva aggredirmi fisicamente” racconta Susanna Ceccardi. «Non c’era modo di dialogare, perché purtroppo mi sono trovato di fronte ai soliti, loschi manifestanti che rifiutano il confronto con chi non è dalla loro parte e vorrebbe imbavagliare il libero pensiero. Peccato per loro: hanno dimostrato, ancora una volta, di non essere affatto democratici”.

 
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