«A Matera il Pd lavora a un progetto» – .

«A Matera il Pd lavora a un progetto» – .
«A Matera il Pd lavora a un progetto» – .

L’analisi del voto regionale di Roberto Cifarelli che svela come il PD stia lavorando ad un progetto per le elezioni di Matera


«Un progetto, una selezione e l’individuazione dietro questo progetto di una coalizione e di un candidato condiviso o da scegliere attraverso la strada maestra delle primarie. Non facendo quello che è stato fatto a Potenza nelle ultime settimane. E dico a scanso di equivoci che non sarò candidato sindaco di Matera alle prossime elezioni comunali”.

Roberto Cifarelli analizza il voto, il risultato che restituisce al Pd un ruolo guida nella coalizione, conferma i dubbi sull’amministrazione Bennardi anche se non rinuncia all’idea di un possibile futuro percorso comune con il Movimento 5 Stelle in nome di un progetto tutto da costruire. L’incontro pubblico del 13 maggio è stato il punto di partenza di un percorso che l’assessore regionale materano del Pd spiega al “Quotidiano” analizzando il voto regionale e il post-voto nella città di Matera e in tutta la provincia.

L’esame dei voti della città di Matera e della sua provincia sono in netta controtendenza con i dati regionali di una regione anch’essa piccola come dimensioni. Qual è l’interpretazione da dare a questi dati?

«L’analisi del voto è facile da fare: Bardi vince in provincia di Potenza, non in provincia di Matera perché qui c’è stata una maggiore capacità di persuasione del progetto del centrosinistra. La stessa candidatura di Marrese è stata più incisiva nella campagna elettorale. E tocca a Bardi conciliare le due province perché lui deve essere il presidente della regione e non della provincia di Potenza. In questi ultimi 5 anni probabilmente non è riuscito a farsi amare soprattutto dai cittadini della provincia di Matera. Se penso ad esempio alla città di Matera, non c’è stata molta attenzione nei confronti dei cittadini della provincia di Matera. Basta vedere come è stata ridotta la sanità, la gestione di Pulvirenti è stata straordinariamente negativa. Se penso a Matera 2019 con la Fondazione ha tenuto il gas fino all’ultimo e anche dopo non c’è stata alcuna prova di genialità. Così come se penso alla questione della Biblioteca provinciale Stigliani che ancora oggi è in grande difficoltà. Nessuna attenzione da parte della Basilicata verso Matera e provincia e la risposta si è vista alle urne del 21 e 22 aprile. A questo poi bisogna aggiungere anche una proposta politica di Piero Marrese che è stata più incisiva in provincia di Matera, meno in provincia di Potenza. E una ripresa del Pd che in provincia di Matera ha ottenuto un risultato straordinario con il 18 per cento ed è tornato a essere il partito leader a differenza della provincia di Potenza dove il confronto interno ha influito negativamente sulla performance del Pd”.

C’è anche un’importante anagrafica che hai raggiunto, riuscendo a migliorare in termini di preferenze il risultato di 5 anni prima e arrivando quasi a 5000. Cosa significano questi dati e di cosa sono il risultato?

«Sono lusingato dal risultato ottenuto in provincia di Matera, per la terza volta consecutiva sono il più votato. Credo che il lavoro, la costanza e l’impegno siano stati premiati. In un momento in cui sembra normale cambiare partiti e coalizioni e i cittadini sembrano poterti seguire, ho mantenuto la coerenza come valore. L’approccio da cui sono partito tanti anni fa, sempre dalla stessa parte e nello stesso partito e questo ha dato fiducia ai cittadini nella fiducia in me. E poi sono stato un punto di riferimento per i cittadini della provincia di Matera e su tutte le cose su cui Bardi non era presente sono sempre stato dalla parte dei cittadini. Credo che il lavoro e la costanza ripaghino”.

Tornando all’ultimo voto delle Regionali, la città di Matera presenta un dato molto significativo con il centrosinistra quasi al 60% e il centrodestra sotto il 40% che sono numeri che invertono la tendenza. Il Pd arriva al 18% dal 13% iniziale. Mentre i 5 Stelle scendono da oltre il 30 per cento all’11%. I valori della coalizione si stanno ora invertendo, restituendo la leadership al Partito Democratico?

«In termini di voti siamo a 4000 voti mentre in percentuale, avendo ridotto il numero dei votanti, saliamo al 18%. Poi va chiarito che le elezioni sono diverse e quindi vanno fatte le dovute differenze. Non so se c’è una sentenza anche riguardo l’amministrazione comunale. Certo è che tutti gli attuali rappresentanti dell’amministrazione comunale che si sono candidati non hanno ottenuto un risultato brillante. E questo dovrebbe far riflettere Bennardi e la sua coalizione. Non c’è dubbio che il Pd dal 2015 in poi abbia avviato una fase di riflessione confermata nel 2020, accelerando la necessità di un ricambio generazionale a partire dal segretario comunale come Luigi Gravela, un giovane che sta facendo un buon lavoro. Insomma, un giudizio implicito sull’amministrazione comunale e un rinnovamento per il Pd sono le due cose che causano questo risultato con la crescita del Pd e del M5S che si ferma all’11%. Il Pd torna ad essere un punto di riferimento anche in vista del lavoro da svolgere nei confronti delle nuove amministrazioni”.

Pochi giorni fa si è svolto un incontro per fare il punto sulle elezioni Regionali e guardare al prossimo appuntamento territoriale che sono le Elezioni Comunali del 2025. Cosa è emerso?

«Nel frattempo abbiamo fatto quello che non si faceva da tempo, cioè l’analisi del voto. Abbiamo voluto farlo, (ringrazio il segretario comunale del Pd Gravela, il segretario provinciale Scarnato), in modo aperto alla città e partecipato. Una proiezione verso le elezioni europee, primo banco di prova per il Pd e uno sguardo e un’analisi verso il futuro. Non c’è dubbio che ci sia un giudizio tutt’altro che positivo nei confronti dell’amministrazione comunale.
Le aspettative non si sono concretizzate, non è stata costruita un’alleanza nonostante la disponibilità del PD già al ballottaggio. È complicato per un’Amministrazione che vince con il 21% e prende il 60% dei seggi, ci sarebbe voluto un atteggiamento molto diverso, di grande apertura rispetto al centrosinistra e al Pd e rispetto a quanto si sta muovendo in città. Oggi Bennardi è costretto a gestire la sua risicata maggioranza in un rapporto di 1 a 1 tra consiglieri e consiglieri che si scontra con l’esigenza di innalzare la qualità della politica in città. Occorre quindi porsi alla testa di un nuovo progetto politico, promosso dal Pd ma non dal Pd.
Avrò un ruolo anche alla luce del risultato politico ottenuto ma sgomberando subito il campo: se c’è una certezza è che Cifarelli non sarà il candidato sindaco. Dovremo avere la forza e l’autorevolezza per poter svolgere questo lavoro nel migliore dei modi”.

Un lavoro che dovrà andare nella direzione della continuità o della discontinuità?

«Non penso che sia questione di continuità o discontinuità. La città si è fermata dopo una grande stagione di progettazione e coinvolgimento dei cittadini che ci ha portato a diventare la capitale europea della cultura. Oggi viviamo del reddito di quel risultato. Si tratta di capire dove portare Matera verso il 2040, non solo per i prossimi 5 anni. Si tratta di realizzare un progetto. Per questo abbiamo chiesto con forza di fare un piano strategico”.

Storicamente c’è stato antagonismo soprattutto con il M5S anche in provincia di Matera. Esiste oggi la possibilità di un percorso comune che Pd e Movimento 5 stelle possano seguire a Matera?

«Diciamo che non c’è nessuna preclusione né nei confronti del M5S né nei confronti delle altre forze di questa amministrazione. Credo che il progetto della città debba essere fatto tra le forze politiche ma soprattutto con i cittadini, tanto che i cittadini tendono ad organizzarsi per conto proprio al di fuori dei partiti. Spesso emergono spontanei candidati a sindaco che vogliono unire i cittadini. Si tende a fare strascichi in occasione delle elezioni perché bisogna stilare le liste ma in assenza di un vero progetto per la città. In passato c’è stata una reazione di cosiddetto civismo nei confronti dei partiti. Dobbiamo riaffermare il ruolo della politica e dei partiti aperti a ciò che propone la società materana. Pertanto la selezione della classe dirigente deve avvenire prima delle elezioni e non attraverso lo strascico di voti. Se c’è un esempio irripetibile a Matera è quello della città di Potenza in questi giorni e settimane”.

All’assemblea pubblica del Pd era presente qualche giorno fa anche il sindaco Bennardi. Come va interpretata questa presenza?

“C’è rispetto tra forze politiche che sono nello stesso campo.
Da qui a dire che potremmo sostenere l’amministrazione comunale nel presente lo trovo complicato se non impossibile. Da qui a dire che possiamo fare progetti futuri insieme questo non è da escludere. Ma non partire dall’alleanza per arrivare al progetto ma partiamo dal progetto della città per poi trovare degli alleati strada facendo”.

Dal punto di vista metodologico, per definire le scelte, qual è il metodo che si può condividere. Ci sono sempre le primarie?

«Le primarie le abbiamo nello statuto del Pd quindi è un metodo naturale. Se riusciamo a trovare un altro metodo e una personalità che rappresenti la città e il progetto che avremo costruito insieme ci risparmieremo questa fatica. Altrimenti la strada naturale è quella delle primarie e lo diremo subito”.

La strada porterà a una nuova scelta o magari a una personalità esperta?

«Prima il progetto, il programma, la visione della città e poi l’interprete principale. Può essere una figura nuova, giovane, una donna ma anche una personalità che ha ricoperto ruoli importanti. Lo decideremo insieme con un metodo condiviso sapendo che tutti sono utili”.

 
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