Colonie marine, a Rimini abbiamo un degrado limitato – .

Colonie, abbiamo limitato il degrado

Pochi giorni fa mi sono imbattuto nel quotidiano “Il Terzo, Miramare news” del settembre-ottobre 1992. Era un’iniziativa editoriale dell’associazione culturale il “Terzo” di Miramare del compianto Vinicio Vergoni, anima della sinistra per decenni, in quel territorio.

In quel numero c’era un’intervista all’allora assessore all’Urbanistica del Comune di Rimini Sergio Gambini. Il 1992 è un anno importante per la politica. Il centrosinistra torna al governo della città con il sindaco Giuseppe Chicchi dopo il pentapartito dei sindaci Conti e Moretti. Il 1992 è l’anno della costituzione della nuova provincia di Rimini.

Torniamo all’intervista di Gambini che parla delle colonie della zona Marano (Bolognese, Novarese oltre alle colonie nel comune di Riccione). Scrive Gambini “Credo che il Marano sia una sorta di monumento alla slowcrazia”. Nel pezzo Gambini lamenta i ritardi nella pianificazione urbanistica per l’avvio delle colonie. Auspicava il passaggio di proprietà della Novarese dalla Regione Emilia-Romagna al Comune di Rimini. All’epoca l’idea era quella di realizzare un polo cinematografico con annesse sale di proiezione nella colonia novarese.

Alcune di quelle richieste furono realizzate, come il passaggio dei novaresi nel demanio del Comune di Rimini o il progetto “città delle colonie” che coinvolge i comuni di Rimini e Riccione in un progetto urbanistico unitario. Tutto il resto, però, è rimasto invariato.

Da allora sono passati 32 anni e per un cittadino che passa da quella zona tutto è come prima. Certo ci sono stati tentativi di riqualificazione, il Novarese non è diventato un centro benessere e un albergo di qualità a causa del fallimento della Coop7. Dopo diversi passaggi di proprietà, La Bolognese è oggi in mano a privati ​​che intendono realizzare un albergo. Anche nel riccionese ci furono tentativi di avviare colonie, tutti falliti. A Rimini la colonia Murri doveva diventare un innovativo centro di intrattenimento che non vide mai la luce a causa del fallimento della Valdadige.

Il fatto è che sul fronte turistico, vicino al mare, abbiamo solo degrado con le colonie. L’unica colonia “recuperata” è la Comasca che è diventata una scuola, come lo sono le altre due colonie attive a Marebello.

Solo nella provincia di Rimini ci sono 20 colonie vincolato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna. Alcune sono state recuperate come le navi Cattolica ma molte altre versano in stato di abbandono.

Il Comune di Rimini ha chiesto che la colonia Enel venga tolta dal vincolo regionale (non è soggetta a vincolo da parte della Soprintendenza perché costruita nel 1950). Verrà demolito per fare spazio al “Parco del mare”. BENE. davvero molto bene. Ma le altre colonie sono vincolate dalla Soprintendenza e dal piano territoriale paesaggistico regionale.

Credo che dopo tanti anni la Regione, insieme alla Sovrintendenza e ai Comuni costieri, debba fare una seria ricognizione sulla situazione delle colonie, riducendo quelle ristrette e trovando soluzioni per quelle da recuperare, perché sono una testimonianza importante di un periodo turistico sulla nostra costa. In questo caso sono necessari anche finanziamenti pubblici per sostenere gli investimenti privati. Altrimenti il ​​legame continuerà ma di degrado e non certo di recupero, di testimonianza e di bellezza.

Ex quartier generale della polizia, complimenti al sindaco Jamil Sadegholvaad

Questa settimana c’è stata un’importante comunicazione del sindaco ai gruppi di maggioranza sulla trattativa in corso riguardante l’ex commissariato di via Ugo Bassi. L’ostacolo principale è sempre stata la dimensione dell’area commerciale prevista nell’ex Questura. Asi (attuale proprietaria dell’area) ha proposto 1.500 mq di vendita, più 4.500 mq di magazzini e logistica. Il Comune ha sempre respinto la proposta, ritenendola un ‘cavallo di Troia’ per creare una sorta di Amazzonia mascherata. I proprietari hanno sempre negato di voler costruire un polo logistico.

Lo scorso 7 dicembre l’Asi ha proposto (con una mossa a sorpresa) al Comune di voler rinunciare 17.600 dei 23.773 mq acquistati all’asta per 14,5 milioni di euro nell’estate 2021, per costruirne solo 6.000 (quelli controversi) e per cedere gratuitamente al Comune oltre tre ettari di aree.

Ora la trattativa riguarda proprio questa dimensione. Invece di 6mila mq si potrebbe arrivare a poco più di 5mila mq1.500 mq di superficie di vendita (il supermercato) e poco più di 3.500 mq tra magazzini e logistica.

Se si chiudesse così sarebbe un successo per il sindaco e per la città che ha fatto prevalere l’interesse pubblico. Ricordo che in questo modo Asi rinuncia al piano inizialmente presentato che prevedeva:

  • 7.950 mq di abitazione privata e pubblica convenzionata
  • 1000 mq di asilo nido (da realizzare a cura del Comune)
  • 4.500 m2 di alloggi per studenti (costruiti e gestiti da un privato)
  • 1.000 mq di biblioteca (finanziata dall’Università di Bologna)
  • 6.000 mq di polo universitario (dove doveva costruire l’università)
  • 1.500 mq di supermercato
  • 4.500 mq di magazzini e logistica

Ora se togliamo le cosiddette funzioni pubbliche (vendita di aree per asilo ed edilizia popolare), una residenza studentesca che in quella zona non serve (abbiamo strutture ricettive riconvertibili) e tanto meno un polo universitario, il cuore dell’intervento ha riguardato due numeri:

  • 7.950 mq di edifici residenziali (sia convenzionati che privati)
  • 6.000 mq di supermercato e logistica

Se l’affare, come scrivono i giornali, riguarda solo la parte supermercati e logistica, eliminando la parte residenziale, mi sembra un’ottima soluzione per la riqualificazione dell’area di chiaro interesse pubblico.

Bonaccini con la camicia sbottonata è uno scandalo per Carlo Rufo Spina di Fratelli d’Italia

Non c’è limite al ridicolo. Con un post sulla sua pagina Facebook, il consigliere comunale di destra riminese contesta il look del presidente della Regione Stefano Bonaccini e leader delle elezioni europee nella circoscrizione Nord-Est. Scrive Rufo Spina: “Questa persona che appare in televisione su Rai1 senza cravatta, con 2 bottoni della camicia sbottonati in modo da mostrare il petto nudo nell’atteggiamento più maleducato e che parla con “oh” e altri versi è – sarebbe – un presidente regionale (oltre ad essere presidente del Partito Democratico). Questa è – sarebbe – la classe dirigente della sinistra. Mi sento infastidito e imbarazzato dalla dignità delle istituzioni.

SÌ. Siamo d’accordo che in questo momento ci sentiamo spesso imbarazzati e infastiditi dalla dignità delle istituzioni. Ma non per il look di Bonaccini, che sinceramente sembra del tutto consono ad uno show televisivo. Ma personalmente mi sento infastidito dalla dignità delle istituzioni quando:

  • Un ministro (Daniela Santanchè) che con una richiesta di rinvio a giudizio per truffa aggravata ai danni dell’Inps resta al suo posto.
  • Il presidente della Regione Liguria Toti è agli arresti domiciliari e non si dimetterà.
  • Carlo Fidanza candidato alle elezioni europee per Fratelli d’Italia che ha patteggiato un anno e 4 mesi per corruzione. Sull’attesa del terzo grado di giudizio (in questo caso c’era, ma è stato comunque ricandidato)
  • Un incontro tra il Primo Ministro e un ergastolo condannato in via definitiva per omicidio negli Stati Uniti.

Potrei continuare. Rufo Spina lascia stare lo sguardo di Bonaccini e affronta situazioni imbarazzanti e fastidiose per le istituzioni di casa tua. Hai molto lavoro!

Maurizio Melucci

La foto dello scandalo per Rufo Spina (dalla sua pagina Facebook)

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