Dopo la preghiera all’università, “l’imam” va in tv da Gramellini – .

Dopo la preghiera all’università, “l’imam” va in tv da Gramellini – .
Dopo la preghiera all’università, “l’imam” va in tv da Gramellini – .

Gli occupanti delUniversità di Torino continuano a difendere la scelta di far entrare il predicatore negli spazi di Palazzo Nuovo, struttura all’interno della quale hanno sede le facoltà umanistiche dell’ateneo. Chiedono la trasformazione dell’università in una sola moschea e lo chiamano “momento di solidarietà“. Attaccano giornalisti, docenti, il rettore, il ministro Bernini, che hanno puntato sull’uso del termine”jihad” ma sorvolano eroicamente i passaggi violenti del sermone Brahim Baya contro Israele e i suoi abitanti. Non c’è da stupirsi, è la solita narrativa accusatoria e incentrata sulla vittima. Puntano il dito contro chi li critica e gridanoIslamofobia e nel frattempo privano i colleghi del diritto allo studio sancito dalla Costituzione, provocando danni enormi alla carriera universitaria di chi frequenta corsi con l’obiettivo di costruirsi un futuro.

Siamo assolutamente rispettosi delle proteste e della libera espressione di qualsiasi pensiero, anche quello più radicale, pungente o distante dal nostro, purché questi non debordino nel violenza e non interferire nelle attività delle università: non possiamo trasformarle in luoghi occupati“, ha dichiarato questa mattina il ministro Anna Maria Bernini da Trento. “Ho detto molto chiaramente che nelle università non puoi fare quello che vuoi“, continua il responsabile del dipartimento ma, soprattutto, conclude, “dovremo insegnarlo libertà più facile da riconoscere è la nostra ma la vera libertà è quella degli altri“.

Intanto ieri l’On Silvia Sardone, che si era presentata davanti a Palazzo Nuovo, negli spazi pubblici antistanti la struttura, è stata aggredita da studenti filo-palestinesi e il predicatore, che aveva già annunciato una nuova preghiera al Politecnico, è stato avvisato. Ma è lui quello che sta godendo di più popolarità in questa faccenda, e questo di certo non gli dispiace. Anche questa sera sarà in tv, ospite dell’editorialista di Corriere della Sera Massimo Gramellini, che il sabato in prima serata conduce “In altre parole” su La7. Una provocazione del giornalista per racimolare qualche ascolto? È possibile. Ma intanto, colui che negli spazi universitari ha puntato frecce, non certo di pace, contro Israele, ottiene un posto ospite in tv.

Perché tutti sono bravi a parlare di pace davanti ai microfoni dei giornalisti, ma poi inizia la propaganda ed è allora che cadono le maschere. Davanti ai “fedeli” divisi per sesso da una rete, all’interno di un’università italiana occupata.

 
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