Avellino ribalta la situazione anche questa volta. Non c’è fermata se non in cima… – .

A molti ricorderà quel gol di Rivaldo del 2007 quando D’Ausilio gonfiò la rete con il sinistro completando la rimonta: stessa situazione (sconfitta di misura all’andata dei playoff), stesso intervallo di tempo (ultimi minuti della partita ), stesso risultato, gol e Partenio in estasi. Con la differenza che lì è stata la finale a valere la B e questa volta “solo” un quarto: ma per la carica di importanza che ha portato con sé, per la sofferenza durante tutta la partita, la gioia è stata molto simile. Eppure, quando Cianci sigla l’1-0 al 10′ del primo tempo, portando a 2 il totale dei gol del Catania tra andata e ritorno, in tanti pensano che sia finita. Certo c’era ancora tutto il tempo, ma rimontare da 2 gol avrebbe richiesto un’impresa ancora maggiore. E l’andamento del primo tempo non fa altro che aumentare le paure e le preoccupazioni: ogni spazio chiuso, la mira sempre troppo alta di Patierno prima e di Liotti dopo, i catanesi tutti trincerati in difesa e pronti a contrastare colpo su colpo ogni tentativo biancoverde. Primo tempo 0-1.

Nell’intervallo Pazienza ha dato ancora una carica ai suoi e ha spiegato che potevano ancora farcela, bastava crederci. E al rientro in campo abbiamo visto: Avellino ancora più aggressivo, che ha iniziato la partita con l’atteggiamento che generalmente appare a cinque minuti dalla fine, cercando di accelerare ulteriormente i ritmi (quelli che costarono la sconfitta al Catania e nel primo tempo oggi) e pressando gli avversari in tutto il campo. Pressione che porta subito al gol di Liotti, destro perfetto in angolo. Si può ancora fare, ma non basta, serve un altro obiettivo. Avellino avanti a testa bassa, il Catania adotta la classica strategia della perdita di tempo: in pratica ad ogni contrasto i giocatori sono a terra per presunti crampi, dolori, infortuni vari. C’è poco gioco e poi Pazienza, che vede anche i suoi attaccanti ancora poco incisivi come all’andata, tenta il tutto per tutto: dentro anche Marconi e Russo per Gori e Liotti: in campo Patierno, Sgarbi, Marconi, Russo e D. campo contemporaneamente ‘Aiuto in una sorta di 3-3-4. Ormai, senza più nulla da perdere e con un obiettivo da recuperare, Pazienza ha capito che era giunto il momento di osare il più possibile, e il suo coraggio è stato premiato. 83’, ancora un pallone caduto in area, Patierno si fa anticipare ancora con un colpo di testa, ma D’Ausilio si avventa sulla palla e colpisce Furlan con il sinistro.

È l’apoteosi, il Partenio esplode così come i tanti tifosi irpini sparsi per l’Italia e non solo. La rimonta è completa, Pazienza entra subito in azione inserendo Cionek per Sgarbi per riequilibrare la squadra. Le perdite di tempo del Catania si annullano miracolosamente ma questa volta è l’Avellino a giocare con il cronometro. Cinque minuti di recupero, se fosse ancora 1-1, sarebbero sembrati pochi, stavolta sono sembrati un’eternità. Ma non succede niente, l’Avellino riesce a tenere il Catania lontano dalla propria area e alla fine può esultare. In semifinale ritroveranno il Vicenza, altra contendente alla vittoria finale.

Considerazioni finali su questa partita: se all’andata Pazienza (e la squadra) furono rimproverati per un atteggiamento troppo remissivo, troppo passivo, quasi cercassero lo 0-0 che sarebbe bastato per poi giocarsela In casa, bisogna elogiare il coraggio di aver giocato a viso aperto questa volta dall’inizio, schierando subito il 4-3-1-2 con Sgarbi alle spalle di Gori e Patierno, per poi, come detto, passare anche al 3-3-4 in gli ultimi 20 minuti solo per riaverlo. Corretta lettura della partita da parte dell’allenatore, così come della squadra, che non si è mai persa d’animo anche sotto di 2 gol complessivi, ma ci ha sempre creduto, ha dato l’anima, ha attaccato gli avversari dall’inizio, ha accelerato per tutta la ripresa. metà e raccolsero i frutti del loro lavoro. Certo è stata dura, c’era molta imprecisione sotto porta soprattutto da parte di Patierno che tirava alto da buona posizione e sbagliava sempre il colpo di testa, anche se verso la fine ha cominciato ad aggiustare sempre di più la mira. Purtroppo Gori non era presente, Sgarbi è stato ingabbiato. Russo ha invece voltato pagina nella gara con la sua accelerazione, è questa la volta buona per vederlo in campo dall’inizio contro il Vicenza?

Non c’è sosta se non in alto, come mostrava il Sud sul suo striscione all’inizio della partita. Un Sud che ha ulteriormente contribuito alla prestazione dei giocatori in campo, e che dovrà ripetersi martedì in semifinale. In ogni caso il peso dei 20 giorni di sospensione può ormai considerarsi superato, con questa partita, soprattutto con questo secondo tempo, si può dire che l’Avellino è tornato a pieno ritmo, e il morale dei giocatori tornerà a crescere. hanno beneficiato anche di questa impresa. C’è il mood giusto per interpretare al meglio questa semifinale contro il Vicenza, forza Lupi!

 
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