Supera il colloquio, dice “sono incinta” e l’assunzione finisce – Teramo – .

TERAMO. L’orizzonte dell’uguaglianza di genere, verso cui la società sembra voler remare, si sgretola completamente quando la realtà irrompe con il suo antico carico di pregiudizi e discriminazioni. Una realtà del mondo del lavoro che considera la gravidanza un ostacolo e la donna in età fertile un potenziale rischio per l’azienda. Così succede che un ingegnere non viene assunto perché incinta e una brava impiegata deve garantire di non avere figli per poter avere una spinta di carriera. Due episodi distinti avvenuti nel teramano a pochi giorni di distanza e resi noti dalla Cisl che danno la misura di quanto lungo e in salita sia il percorso culturale e imprenditoriale da compiere in tema di diritti delle donne e di diritto al lavoro.
Il primo caso riguarda Monica (nome di fantasia), 30 anni, ingegnere in un’azienda dell’entroterra dove però sta per concludere il suo percorso professionale in concomitanza con la fine dei progetti legati al Superbonus. Da qualche settimana Monica si è messa quindi alla ricerca di un nuovo lavoro: il suo curriculum è stato subito preso in considerazione da una grande e solida azienda teramana. La donna ha i titoli giusti, l’esperienza necessaria e il colloquio di lavoro si conclude con la garanzia verbale dell’assunzione. L’ingegnere scopre, pochi giorni dopo quel colloquio, di aspettare un figlio: spinta da senso di correttezza e responsabilità, comunica la sua condizione all’azienda dove avrebbe dovuto iniziare a lavorare, ottenendo come risposta “i migliori auguri: ci vediamo tra un anno. e mezzo”. Niente più occupazione. “Una discriminazione inaccettabile”, commenta Marco Boccanera, sindacalista della Fim Cisl di Teramo, «professionista qualificata e preparata che è stata liquidata perché denunciava di essere incinta. È incredibile che un comportamento così corretto venga premiato in questo modo da un’azienda di alto livello. La gravidanza come problema, come motivo di emarginazione lavorativa, come ostacolo alla realizzazione personale e professionale della donna. Questa giovane donna mi ha raccontato tra le lacrime quello che le è successo”, continua Boccanera, sottolineando che “oggi il mondo del lavoro è cambiato: la tecnologia e lo smartworking consentono nuove modalità di occupazione, soprattutto per professioni come quella di Monica. Ma è chiaro che ci sono forti resistenze e vecchie eredità”.
Il sindacalista fa riferimento anche ad un altro episodio recente accaduto a una donna, già mamma di un bambino, impiegata da tempo in un’altra azienda teramana. «È una lavoratrice preparata, precisa e affidabile. Tanto che i titolari le hanno proposto di seguire un percorso finalizzato all’avanzamento di carriera purché dia garanzie di non avere un secondo figlio”, dice Boccanera, “questa lavoratrice non sa se intende avere un secondo figlio oppure no , ma il ricatto a cui è stata sottoposta la spinse a respingere subito la proposta. E torniamo sul tema dei diritti: le donne non hanno diritto alla maternità. Questo è un fatto. Perché se scelgono di diventare madri troppo spesso vengono impedite di lavorare, di progredire, di crescere: la cosa grave è che questi problemi si verificano con sempre maggiore frequenza. I diritti delle donne sono arretrati: si stanno facendo passi indietro ed è allarmante”, conclude Boccanera.
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