“L’invisibile diventa danza” arriva oggi all’Aquila la mostra di Fioravanti – Mostre – .

L’AQUILA. L’arte antispettacolare della danza del buto nelle fotografie di Fabio Massimo Fioravanti, in mostra da oggi al 15 giugno nella sede della Fondazione de Marchis, primo piano di Palazzo Cappa Cappelli in Corso Vittorio Emanuele a L’Aquila. Quaranta fotografie scattate negli anni 2016/2023 in Italia e Giappone, di ballerini di buto diversi per stile, generazione e nazionalità. Dal leggendario Akira Kasai a Kan Katsur e altri significativi interpreti della danza delle tenebre giapponese, come è stata definita l’arte del bu-toh (letteralmente danza camminando, pestata con i piedi). Ospitata dalla Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre, “L’invisibile diventa danza”, titolo della mostra presentata a Roma lo scorso anno, è accompagnata da video di performance di buto storico realizzati da Maria Pia D’Orazi, storica e giornalista, con alcuni rari film di questa disciplina contemporanea nata nel Paese del Sol Levante all’inizio degli anni Sessanta.
Completano il percorso espositivo l’esposizione di documenti dell’archivio di Giorgio De Marchis relativi al suo soggiorno a Tokyo come direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, e di alcuni rari libri fotografici sul buto. In occasione dell’inaugurazione questo pomeriggio (ore 18), il ballerino e coreografo Damiano Fina danzerà Ianus, il suo ultimo lavoro-performance, nel cortile di Palazzo Cappa Cappelli, sede della Fondazione. Per il finissage del 15 giugno Maria Pia D’Orazi terrà la conferenza “Il corpo eretico”, storia e dinamiche del buto. Oltre a proporre un reportage sul genere, “L’invisibile diventa danza” intende indagare i confini tra ciò che è visibile, ciò che non è visibile e ciò che a volte crediamo o pensiamo di vedere. Così nella presentazione della mostra: «Fin dall’inizio la fotografia è stata profondamente affascinata dalla danza buto perché quest’arte porta il linguaggio fotografico ai suoi limiti estremi, interrogando la fotografia nella sua essenza più vera: cosa è vedere? Cosa vediamo veramente? Cosa pensiamo di vedere?”. «Un’arte antispettacolare», continua la nota «non rappresentativa, a volte quasi “imprevedibile” (spesso si svolge completamente al buio) che interroga la fotografia (la scrittura con la luce) nel suo profondo. Ecco perché alcuni grandi fotografi furono attratti dal buto e lo fotografarono, come Heiko Hosoe o William Klein, producendo capolavori assoluti nella storia della fotografia.”
Fabio Massimo Fioravanti (Roma, 1955) ha unito le sue grandi passioni, i viaggi e la fotografia, realizzando numerosi reportage fotografici su Giappone, Asia Centrale, India, Africa meridionale e Medio Oriente.
Collabora con numerosi artisti, pittori, musicisti, scrittori, attori, performer, a progetti multidisciplinari congiunti, con il consorzio di ricerca giapponese sulle arti performative di Kyoto, con la scuola di teatro Kongoh, una delle quattro scuole in cui si tramanda il teatro Noh. Hai pubblicato numerosi libri fotografici tra cui Kyoto Butoh-kan (Voglino Editrice, 2021). La Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre nasce a L’Aquila nel 2004 con lo scopo di conservare, tutelare e valorizzare il patrimonio documentario e librario raccolto da Giorgio de Marchis nel corso della sua attività di storico dell’arte e soprintendente della Galleria Nazionale di arte Moderna. La mostra “L’invisibile diventa danza” è aperta con ingresso gratuito e nei seguenti orari: 11 – 13 e 16 – 19 dal martedì alla domenica.
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