Diritti umani, lo spettacolo dei ragazzi e delle ragazze del liceo “Galilei” di Bitonto – .

“Diritti umani o meglio, diritti inalienabili dell’uomo” è la massima con cui si è aperta la sfilata finale del percorso formativo “Il movimento per i diritti civili attraverso canti di protesta, scrutando i segni dei tempi”, fortemente voluto dal prof. Giuseppe Ungaro del Liceo Scientifico-Artistico Galileo Galilei di Bitonto. L’iniziativa, che ha coinvolto quarantacinque ragazze e ragazzi di tutte le classi, ha visto il docente nel ruolo di “talent scout”, impegnato a coinvolgere gli studenti nella consapevolezza di una civiltà più giusta per l’affermazione dei valori umani.

Il progetto è iniziato con soli quindici studenti, subito attratti dall’idea lanciata dal professore, che si è tradotta in vere e proprie lezioni interattive su vari argomenti che riguardano ogni etnia e religione del mondo, attraverso l’ascolto di canzoni (ad esempio “Strange Fruit”) e guardare film e immagini che raccontano storie realmente accadute (come “I Grandi Dibattiti – Il potere della parola”, “Selma, la strada verso la libertà” o “Le vite degli altri”). Piano piano si sono aggiunti altri studenti e il programma si è arricchito di nuove proposte provenienti dai ragazzi stessi, inserite nello spettacolo con rispetto e valorizzazione di ogni idea. Anche chi pensava di non saper suonare, cantare, ballare, recitare, comporre testi, si è lasciato coinvolgere, offrendo la propria energia positivamente contagiosa.
Il tema centrale era quello della disobbedienza civile, messo in scena mirabilmente da alcuni interpreti ispirandosi allo “scomodo” maestro don Lorenzo Milani, esigente ma non intransigente, severo ma non sarcastico, dedito all’insegnamento al punto da intendere una scuola a tempo. pieno, poiché durava dodici ore al giorno e trecentosessantacinque giorni all’anno.

Una vera chicca è stata offerta dall’ensemble musicale del liceo, formato da altri studenti e magistralmente diretto dal prof. Francesco Paolo Luiso, che ha arrangiato e trasposto in forma originale il musical “Galileo Galilei”, sull’autonomia della scienza e dello scienziato.
Per coronare questo viaggio, la comunità scolastica si è riunita presso il Teatro Traetta di Bitonto assistere alle esibizioni degli studenti e dare il giusto plauso alle loro capacità e al loro impegno.

«Ogni suono e movimento intorno a me – rivela Angelica, una delle studentesse coinvolte – sembrava amplificato, mentre mi preoccupavo di come veniva percepito dal pubblico. Tuttavia, mentre recitavo e ballavo, qualcosa è cambiato. Le parole e i movimenti che ho ripetuto così tante volte durante le prove hanno cominciato a fluire in modo naturale”.

Mentre un altro, Ciccio, sostiene che «lo spettacolo è stato come una carrozza piena di emozioni e pathos che ha lasciato dietro di sé una traccia che ancora mi pervade». Quindi cosa impari veramente in questo tipo di progetto? Gli studenti credono di aver imparato a stare insieme, a collaborare, a rispettarsi, a condividere se stessi; hanno scoperto talenti e passioni, a lungo tenuti nascosti; hanno imparato a comprendere la sensibilità degli altri, che l’umanità è molto di più di quella racchiusa nella conoscenza superficiale e che solo chi osa scoprirla completamente. Hanno certamente capito che l’ingrediente indispensabile per far crescere il sapere (e il saper essere) è la curiositas, il diritto inviolabile di ogni insegnante e di ogni studente a una scuola viva e respirante, sul modello Barbiana, dove, come afferma Adele Corradi, una insegnante volontario al fianco del Priore, “era la vita che entrava nella scuola”; solo così siamo connessi con il reale e meno con il virtuale.

 
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