Treni, venerdì di passione sulla Roma-Terni. «Noi, nel burnout da pendolarismo» – .

Treni, venerdì di passione sulla Roma-Terni. «Noi, nel burnout da pendolarismo» – .
Treni, venerdì di passione sulla Roma-Terni. «Noi, nel burnout da pendolarismo» – .

07 giugno 2024 10:00

È stata l’ennesima settimana di passione per i pendolari umbri e in particolare ternani, quella del primo giugno, a causa di ritardi, soppressioni e riprogrammazioni dei treni tra Roma e Terni e viceversa. Un copione purtroppo già visto innumerevoli volte – soprattutto in questo mese di lavori sulla linea Roma-Ancona – ma che ha trovato il suo apice venerdì mattina, quando il treno partito da Terni alle 6.57 è arrivato nella Capitale con 60 minuti di ritardo. e il successivo delle 7.41 fu cancellato. Il treno delle 9.30 da Termini a Terni – gremito anche lui di turisti – ha invece fatto tappa a Orte (sono stati organizzati bus sostitutivi per raggiungere la città dell’acciaio). Il grido dei pendolari è unanime: “Non ne possiamo più”.

Ma andiamo con ordine. «Lunedì – riferisce a UmbriaOn un pendolare – il treno delle 21.02 da Roma Termini a Terni aveva 30 minuti di ritardo. Mercoledì il treno delle 17:02 è stato cancellato. Quello delle 18.31, una volta arrivato a Orte, ha fatto scendere i passeggeri per aspettare il 19.02 in arrivo da Roma (in ritardo) con il risultato di arrivare a Conca alle 21.10”. Oltre due ore e mezza per compiere un viaggio che dura un’ora. «Giovedì, da Roma a Terni, è partito il treno delle 15,46 da Tiburtina invece che da Termini, ovviamente senza annunci di alcun tipo. Il treno delle 17.02 è stato soppresso, quello delle 18.02 su una linea lenta (quindi con tempi di percorrenza più lunghi di circa 30 minuti, ndr). Venerdì il treno delle 6.57, con 60 minuti di ritardo (anche tratta lenta). Il treno delle 7.41 è stato cancellato per resto del personale di bordo a causa dei ritardi del giorno prima”. Brutta sorpresa, come detto, anche per chi è partito da Roma Termini con il treno delle 9.30.

“Crediamo che non ci siano ulteriori commenti da fare in merito” commenta la pendolare anche a nome dei suoi ‘compagni di malattia’. «Siamo in un burnout da pendolarismo senza precedenti. Un misto di rassegnazione e rabbia, senza il minimo sostegno da parte di alcuna istituzione che solleva in modo deciso, forte, gravido e rumoroso il disagio, il tormento, l’alienazione psicologica che siamo costretti a vivere ogni giorno. Lavoratori, studenti, turisti. Chiunque abbia la terribile sfortuna di dover utilizzare un treno targato FS per raggiungere Roma”.

 
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