Settimo, i tesori recuperati. L’abbazia cistercense è una Pompei medievale – .

Settimo, i tesori recuperati. L’abbazia cistercense è una Pompei medievale – .
Settimo, i tesori recuperati. L’abbazia cistercense è una Pompei medievale – .

L’antica Abbazia di Settimo alle porte di Firenze restituisce i suoi tesori. L’antico monastero cistercense è al centro di un’imponente opera di restauro dopo l’acquisto da parte dell’imprenditore Paolo Nocentini (Savino del Bene) della parte privata dell’abbazia, salvandola dal degrado, finanziando restauri e scavi e riunendola alla chiesa abbaziale guidata dal parroco don Carlo Maurizi.

L’ultima scoperta è emersa durante il recupero della sala capitolare, lo spazio dove i monaci prendevano le decisioni più importanti sulla vita e sull’economia della comunità religiosa. Scavando i vari strati di sedimento è emersa la tomba degli abati. La scoperta, confermata anche dal ritrovamento di frammenti della lapide marmorea con l’iscrizione latina e il logo dell’abbazia, ha un’enorme importanza storica e antropologica: al suo interno gli archeologi hanno rinvenuto i resti di una ventina di corpi, che testimoniano almeno tre secoli di vita monastica la vita nell’abbazia. Gli archeologi della Soprintendenza di Firenze stanno lavorando con attenzione in quest’area che è una vera Pompei del Medioevo. Vi sono zone ancora ricoperte da sedimenti alluvionali che risalgono al 1300; quel fango ancora umido nasconde oggetti, segreti e preziosi che fanno di questo sito uno dei punti di maggior interesse storico e culturale a livello nazionale.

“Un impegno importante – ha detto la sovrintendente Antonella Ranaldi – che ha richiesto lavoro e impegno da parte del gruppo di funzionari impegnati nel cantiere. Ma il valore del bene è sicuramente altissimo. Questa abbazia ebbe un grande significato per queste terre e per la città di Firenze. La sua ricchezza proveniva dall’Arno, visto il porto fluviale gestito dai monaci, ma anche dalle terre e dai mattoni prodotti nella fornace attigua all’abbazia. Sappiamo con certezza che furono utilizzati anche per costruire la cupola del Brunelleschi”.

Oltre alla tomba degli abati, spulciando i sedimenti sono emersi altri incredibili reperti. Adesso si pone il problema di come preservare questo patrimonio anche all’esterno. “Tutto il territorio attorno all’abbazia – ha proseguito Ranaldi – dovrà essere salvaguardato. Non possiamo più permetterci la costruzione che purtroppo è avvenuta. L’impegno della Soprintendenza sarà quello di seguire e accompagnare i lavori intraprendendo azioni di tutela a salvaguardia del territorio circostante. C’è anche un altro aspetto non banale, che per noi ha un significato: ogni pezzo che proviene dall’abbazia deve restare qui per documentarne la storia, che ora racconta anche di un importante lavoro di recupero e restauro”.

“I segni hanno un valore – spiega don Carlo Maurizi – e il Giovedì Santo gli archeologi che lavoravano nella sala capitolare hanno rinvenuto anche una testa di Cristo in terracotta che era servita a consolidare il pavimento, insieme ad altri reperti danneggiati come pezzi di robbia” . Oltre alla testa in terracotta è stata rinvenuta anche una medaglia commemorativa del primo giubileo del 1300. Un oggetto molto raro, prima d’ora ne esistevano solo cinque al mondo; il sesto è quello della Badia di Settimo.

 
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