Lunedì la festa dei 40 anni a Monza. «È la fine di un incubo, ma ora lasciatela riposare» – .

Lunedì la festa dei 40 anni a Monza. «È la fine di un incubo, ma ora lasciatela riposare» – .
Lunedì la festa dei 40 anni a Monza. «È la fine di un incubo, ma ora lasciatela riposare» – .

Ilaria Salis è tornata in Italia oggi, sabato 15 giugno, dopo aver scontato 16 mesi di detenzione preventiva a Budapest con l’accusa di aver aggredito militanti di estrema destra nel febbraio 2023. La neoeletta eurodeputata dell’Avs è arrivata a casa dei genitori a Monza , dopo aver effettuato il lungo viaggio in auto dalla capitale ungherese. Con lei il padre Roberto, partito ieri in macchina verso l’Ungheria per venirla a prendere non appena ha ricevuto la notizia che il giudice Jozsef Sos le ha concesso l’immunità, liberandola e sospendendo il processo a suo carico, con la conseguente rimozione del dispositivo elettronico braccialetto che la lo aveva dal 23 maggio, quando era uscito dal carcere per andare agli arresti domiciliari. Ora Ilaria Salis potrà festeggiare i suoi 40 anni, che compirà lunedì, nella sua città natale. “Ora l’incubo è finito”, ha detto il padre Roberto appena sceso dall’auto, stremato dagli oltre 2.000 chilometri percorsi in 24 ore ma felice. La nuova eurodeputata, però, non ha rilasciato alcuna dichiarazione: “molto stanca e sfinita”, è tornata subito a casa, dopo aver sorriso stupita nel vedere i giornalisti accalcati ad aspettarla. Insieme, padre e figlia si sono fermati un’ultima volta per scattare una foto davanti al cartello stradale di Monza e ora possono pensare alla festa di compleanno di lei. Anzi, alle feste al plurale. «Dobbiamo farne due per recuperare l’anno scorso», ha scherzato Salis, per poi concludere idealmente il suo “mandato pubblico” degli ultimi mesi: «Ora mi dimetto da portavoce di Ilaria ed esco completamente di scena». Ad attenderli a Monza, nell’appartamento poco distante dal parco e dalla Villa Reale, c’erano i due fratelli e i loro amici più cari, gli stessi che seguirono tutte le udienze di Budapest e che aiutarono sempre la sua famiglia a risolvere tutte le questioni burocratiche e problemi logistici che ha dovuto affrontare nei 16 mesi trascorsi tra Italia e Ungheria. Ilaria «ha vissuto un periodo di prigionia molto intenso e ha subito torture. Adesso ha bisogno di riposare, ci vorrà del tempo. L’abbiamo riportata qui con tutto l’impegno che abbiamo fatto”, ha detto ancora il padre Roberto prima di chiudersi la porta di casa alle spalle.

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