La partita dell’Italia. Macron, Scholz e von de Leyen si vedranno senza Meloni – .

La partita dell’Italia. Macron, Scholz e von de Leyen si vedranno senza Meloni – .
La partita dell’Italia. Macron, Scholz e von de Leyen si vedranno senza Meloni – .

DiFrancesca Basso

I capi di Stato chiamati a discutere sui nomi: pesi, regole e favoriti. Domani cena a Bruxelles

Cosa vuole l’Italia nel gioco dei posti di lavoro più importanti dell’UE – le nomine dei leader europei – per trovare un accordo con gli altri leader? Lo ha spiegato il premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa finale del G7: «I primi due temi che interessano» a Roma, sulla base dei quali farà le sue «valutazioni come governo italiano e con gli alleati, è che All’Italia viene riconosciuto il ruolo che merita in termini di competenze dei commissari e che l’Europa recepisce il messaggio ricevuto dai cittadini europei”.

I negoziati entreranno nel vivo domani nella cena informale tra i capi di Stato e di governo organizzata a Bruxelles dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel: sul tavolo le tre presidenze di Commissione, Consiglio europeo e Parlamento più il ruolo di Alto rappresentante per gli affari esteri. Tenendo conto dell’esito delle elezioni, la divisione prevede che Commissione e Parlamento vadano al Ppe, il Consiglio europeo ai socialisti e l’Alto rappresentante Ue ai liberali. Ma la Meloni ha ricordato i numeri ottenuti dai conservatori dell’Ecr, che in Parlamento seguono i liberali, che attualmente costituiscono il terzo gruppo in Aula. La plenaria dovrà votare sul presidente della Commissione.

Al tavolo del Consiglio europeo i negoziatori sono: per il PPE, che conta 13 leader, il primo ministro polacco Tusk e il greco Mitsotakis, per i socialisti (4 leader) il tedesco Scholz e lo spagnolo Sanchez, per i liberali (4) il belga dimissionario De Croo e il L’estone Kaja Kallasche è considerato il favorito alla guida della diplomazia Ue, anche se ci sono ancora dei dubbi. Il ticket di von der Leyen alla Commissione con l’ex primo ministro portoghese Costa al Consiglio europeo sembra favorito così come Metsola per il Parlamento Ue, che però decide in autonomia. Ma sarebbe un errore pensare che i giochi siano già finiti. A margine del G7 di Fasano, si è svolto un incontro tra il presidente francese Macron (liberale), il cancelliere tedesco Scholz (socialista) e la presidente uscente della Commissione von der Leyen (popolare), mancava la padrona di casa Meloni, che in Europa fa parte della famiglia politica dei conservatori dell’Ecr. Del resto non poteva essere altrimenti, perché da settimane socialisti e liberali dicono ai Popolari che per sostenere von der Leyen non deve esserci alcun accordo con i conservatori dell’ECR e con l’estrema destra di Identità e Democrazia.

Ancora ieri Scholz ha collocato la Meloni “all’estrema destra dello schieramento politico”, in un’intervista ai media del gruppo Alex Springer in cui ha affermato che “ci sono tutte le indicazioni che von der Leyen potrà servire un secondo mandato”. La cena di domani sarà cruciale per capire se i leader Ue troveranno consenso sufficiente per formalizzare le nomine al Consiglio europeo di fine giugno. Scholz ha detto che “tutti sono d’accordo” nel decidere “molto rapidamente” e “in un colpo solo”. Macron ha espresso la stessa speranza, ma ha aggiunto: “È una discussione che si svolgerà a 27”.

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16 giugno 2024

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